giovedì 11 dicembre 2008
INFARTO SPLENICO, lesione della milza
INFARTO SPLENICO, lesione della milza per occlusione arteriosa. I sintomi sono molto variabili poiché l'infarto splenico può coesistere con assenza di sintomatologia, oppure manifestarsi con dolori locali all'altezza del quadrante superiore sinistro dell'addomel lieve aumento di volume della milza e, nei casi gravi, sintomi di irritazione peritoneale o di grave addome acuto. L'embolia, determinante l'infarto, proviene dal cuore, sede di un'endocardite vegetante, oppure si verifica nel decorso di una setticemia o di un'emoblastosi. Si può avere come complicanza la formazione di un ascesso splenico.
INFARTO RENALE, lesione di un rene
INFARTO RENALE, lesione di un rene a causa di un'occlusione arteriosa. L'occlusione di un'arteria terminale del rene determina sintomi di diversa gravità; sono presenti dolori improvvisi a sede lombare ed ematuria macroscopica nei casi gravi; talvolta una lieve ematuria è rilevabile all'esame microscopico delle urine, con scarsa dolenzia. In un secondo tempo si instaura un quadro di offesa infiammatoria renale (cilindri, sangue, cellule renali nel sedimento urinario). L'infarto renale è frequentemente consecutivo ad endocardite acuta in corso di un processo settico; possono essere cause di minor frequenza il reumatismo acuto, la polmonite, l'osteomielite, ecc.
INFARTO POLMONARE, lesione di un polmone
INFARTO POLMONARE, lesione di un polmone per occlusione arteriosa. I sintomi sono di diversa gravità a seconda della causa determinante e dell'estensione della zona infartuata. In caso di occlusione arteriosa, che interessa i vasi maggiori, si ha morte improvvisa nel giro di pochi minuti, con dolori laceranti, respirazione gravemente compromessa, segni di grave tachicardia, cianosi, espettorato ematico, collasso. Se l'infarto interessa le zone periferiche del polmone, compaiono dispnea, cianosi, emottisi, tachicardia, ipotensione, dolori lancinanti a sede anteriore o posteriore del torace con esacerbazione nei movimenti, tosse con espettorazione ematica.
INFARTO MESENTERICO, o infarto intestinale
INFARTO MESENTERICO, o infarto intestinale, evenienza che si verifica tutte le volte che l'afflusso di sangue arterioso alle anse intestinali si riduce o cessa bruscamente; quando l'insufficienza di circolo perdura nel tempo, in termini relativi e non assoluti, si ha invece l'angina abdominis. L'ostruzione su base arteriosclerotica dell'aorta o dei suoi rami diretti all'intestino ne è per solito la causa, ma può avvenire che l'aorta o i suoi rami siano improvvisamente chiusi da un embolo (coagulo sanguigno) proveniente da un cuore malato. Questa è la forma arteriosa dell'infarto mesenterico.
INFARTO DEL MIOCARDIO infarcimento
INFARTO DEL MIOCARDIO, termine che equivale a infarcimento ( accumulo di umori in un tessuto); significa, nell'uso corrente, nevrosi di fibrocellule miocardiche per ipossigenazione da arresto del flusso del sangue, solitamente per solidificazione intravasale (trombosi). Tuttavia il trombo manca nel 20-30 per cento dei casi, né da ogni occlusione trombotica deriva un infarto, poiché se questa è lenta può consentire l'apertura di canali collaterali sufficienti a nutrire il tessuto. In pratica, tuttavia, infarto coronarico e trombosi coronarica indicano lo stesso evento, pur non essendo sinonimi.
INFARTO, lesione di un viscere per occlusione arteriosa
INFARTO, lesione di un viscere per occlusione arteriosa; in seguito all'occlusione totale di un'arteria terminale si determina una zona ( per lo più cuneiforme) di una regione anatomica, in cui viene soppressa la nutrizione e l'apporto di ossigeno. Ne consegue la morte del tessuto, a cui viene soppressa la circolazione, con conseguenze molto gravi per l'organo interessato, che viene in tutto o in parte escluso dall'economia generale del corpo umano con conseguenze negative riflesse sull'intero organismo. Quando la manifestazione morbosa permette la sopravvivenza, la zóna necrosata può evolverti verso una cicatrizzazione, determinata dalla formazione di connettivo retrattile, fino a che il materiale infartuale viene assorbito.
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