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domenica 13 aprile 2008

Esami diagnosi malattie del pancreas

Vi sono altri esami radiologici che permettono di fare una diagnosi di malattie del pancreas?
Sì, esami semplici come la radiografia dell'addome senza mezzo di contrasto, che permette di evidenziare le eventuali calcificazioni presenti lungo tutto il decorso del pancreas e anche di visualizzare l'eventuale distensione delle anse intestinali, dette anse sentinelle, che si distendono per una reazione agli enzimi pancreatici; la radiografia del tubo digerente, con particolare cura per la C del duodeno, che permette di vedere l'impronta della testa del pancreas sul duodeno stesso e l'immagine così detta del « tre rovesciato », oltre alle eventuali dislocazioni dello stomaco o di anse intestinali nel caso di pseudocisti (dilatazioni cistiche all'interno del pancreas), conseguenti alla pancreatite, che possono fuoriuscire dal pancreas e comprimere gli organi vicini; la duodenografia ipotonica, radiografia che permette di visualizzare la morfologia della testa del pancreas.

Colangiopancreatografia retrograda

Che cos'è la colangiopancreatografia retrograda?
È un esame che permette di visualizzare il dotto di Wirsung (dotto pancreatico maggiore) e i dotti pancreatici minori. Consiste nell'inoculare un mezzo di contrasto nel pancreas, previa intubazione fino al duodeno e imbocco della papilla e del dotto pancreatico che qui sbocca. Successivamente vengono scattate delle radiografie in cui si possono vedere la forma del pancreas, il dotto pancreatico, eventuali dilatazioni cistiche ecc.

Questo esame ha qualche complicanza?
Può, nei pazienti già sofferenti di pancreatite, riacutizzare la sintomatologia dolorosa: questo però non va inteso come complicanza ma come normale risposta del pancreas sofferente a questo stimolo. Viceversa, è più raro che la crisi pancreatica venga indotta in soggetti senza pancreatite. Una più temibile complicanza, nel caso che l'esame non venga fatto con accuratezza e soprattutto con adeguata sterilità, è l'infezione delle vie biliari e pancreatiche.

Intervento chirurgico pancreatite

La pancreatite può richiedere l'intervento chirurgico?
Sì. La pancreatite acuta, come pure la pancreatite cronica, possono talora risolversi salo con l'intervento chirurgico. L'intervento è indicato anche nel caso che, alla base della pancreatite cronica, vi siano anomalie anatomiche o fenomeni ostruttivi sia nel pancreas che nelle vie biliari, oppure quando l'ingrossamento della testa del pancreas, comprimendo il duodeno impedisce il deflusso della bile. L'indicazione all'intervento chirurgico è presente anche in caso di complicanze come le pseudocisti.

Vivere senza pancreas

Si può vivere senza pancreas?
Si può asportare una gran parte del pancreas, fino al 90%, in caso di pancreatite acuta, pancreatite cronica, tumore ecc., senza che vengano alterate le normali funzioni del pancreas, grazie alla grande attività compensatoria delle altre cellule pancreatiche. In taluni pazienti, affetti da pancreatite cronica di vecchia data, la funzione pancreatica può essere anche praticamente nulla, ma il paziente può vivere grazie all'assunzione di sostanze sostitutive (enzimi pancreatici, insulina).

Pancreas

A cosa serve il pancreas?
Il pancreas è una ghiandola che funziona in parte come ghiandola esocrina e in parte come ghiandola endocrina. Con secrezione esocrina s'intende la produzione di sostanze che vengono immesse all'esterno del corpo o in parti del corpo in comunicazione con l'esterno (per esempio l'intestino). Con secrezione endocrina si intende la produzione di sostanze che vengono immesse nel sangue. La parte esocrina del pancreas produce gli enzimi indispensabili per la normale digestione dei grassi, delle proteine, degli zuccheri e una grossa quantità di liquidi ricchi di bicarbonato, che ha soprattutto il compito di neutralizzare il contenuto acido proveniente dallo stomaco, permettendo l'ulteriore digestione degli alimenti. La parte endocrina del pancreas produce alcuni ormoni dei quali è soprattutto importante l'insulina che regola il metabolismo dello zucchero.

martedì 8 aprile 2008

Dolore ulcera

Se uno soffre di sonnolenza subito dopo i pasti è ammalato di ulcera?
La sonnolenza che si manifesta subito dopo i pasti dimostra piuttosto l'esistenza di una malattia delle vie biliari, ad esempio calcoli nella cistifellea. Può anche essere presente nell'ulcera, ma associata ad altri disturbi digestivi.

I contrasti familiari possono favorire la comparsa di manifestazioni ulcerose?
Sì, soprattutto quando questi contrasti comportano reazioni di tipo inconscio (aggressività repressa, forti sentimenti di colpa verso gli altri) che si prolungano nel tempo e provocano riflessi di tipo condizionato, capaci di alterare la normale attività gastrica e intestinale.

Il fumo può favorire la comparsa di ulcera gastroduodenale?
Molti ritengono che il fumo possa favorire la comparsa di ulcera perché la nicotina riduce la produzione di bicarbonati da parte del pancreas, con conseguente diminuita neutralizzazione dell'acidità del succo gastrico. Pertanto è consigliabile che gli ammalati di ulcera gastrica non fumino. Inoltre il fumo è la « spia » di una tensione nervosa che già di per sé predispone all'ulcera.

Le bevande alcooliche sono pericolose per il paziente ulceroso?
L'alcool è assolutamente proibito per questi ammalati giacché stimola la produzione di acido cloridrico nello stomaco; inoltre danneggia direttamente la mucosa gastrica.

Il dolore dell'ulcera si avverte di più durante il giorno o la notte?
Il dolore dell'ulcera duodenale è più frequentemente notturno. Nell'ulcera gastrica invece il dolore si avverte prevalentemente durante il giorno (dopo i pasti) ed è più prolungato.