giovedì 27 novembre 2008

CALCINOSI sali di calcio nella cute

CALCINOSI, processo morboso caratterizzato dalla deposizione di sali di calcio nella cute: i sali sono del tipo carbonato e fosfato. Vi è da distinguere una forma localizzata, che colpisce cioè solo alcune regioni del corpo, in genere mani, gomiti, ginocchia; ed una forma che ha il nome di calcinosi universale, appunto perché si diffonde a tutto il corpo.

E questa la forma più grave. Si estende alla cute degli arti e, del tronco, poi alle aponeurosi ( tendini) e infine anche ai muscoli. Non si sa ancor oggi quale sia la causa, ed è per ciò detta anche calcinosi idiopatica. Colpisce di preferenza soggetti giovani, particolarmente le donne tra i 20 e i 30 anni, o addirittura bambini. Il sintomo evidente consiste nella comparsa di grossi nodi, irregolari di forma, ma in genere rotondeggianti o allungati nelle zone descritte: tali nodi non sono altro che i depositi di carbonati e fosfati di calcio.

L'affezione è molto grave e rende invalido progressivamente l'individuo. Esami clinici non sono necessari, in quanto non si verificano nel sangue variazioni evidenziabili. La cura può dare buoni risultati solo se iniziata precocemente: si usano preparati detti chelanti, dal nome greco che significa bloccanti, cioè farmaci che non permettono al calcio di fissarsi sulla pelle. Il migliore è l'acido etilendiamino-tetracetico. La dieta non ha importanza. Tra le complicazioni, ricordiamo le infiammazioni e le ulcerazioni dei grossi nodi calcificati. La malattia può anche condurre alla morte.

CALCIFICAZIONI AORTICHE

CALCIFICAZIONI AORTICHE, processi che si strutturano su aorte anomale e dilatate (ectasie dell'aorta), in preda cioè ad arteriosclerosi elettivamente localizzata all'inizio dell'aorta. All'interno dell'importante tronco arterioso, la degenerazione della parete arteriosa intima comporta infiltrazioni di sali di calcio. Ciò conferisce all'aorta un aspetto più consistente, anelastico, ben visibile anche ai raggi X. Il radiologo, infatti, segnala in questo caso il cosìddetto « colpo d'unghia », una semi-luna calcificata in corrispondenza del cappuccio aortico. La sintomatologia nelle calcificazioni aortiche è sotto forma di cardiópalmo, o di crisi dolorosa sotto forma di angina di petto.

CALCEMIA tasso di calcio presente nel sangue

CALCEMIA, quantità o tasso di calcio presente nel sangue. Nel soggetto adulto i valori fisiologici di calcio nel siero (cioè nella parte liquida del sague) sono pari a 9-11 milligrammi per cento centimetri cubici. Variazioni in più (ipercalcemia) o in meno (ipocalcemia) del calcio ematico sono un prezioso indice di situazioni patologiche.

Ipercalcemia si verifica nell'iperpara tiroidi smo ( eccesso di attività secretivi delle paratiroidi, piccole ghiandole a secrezione interna, che, in numero di quattro, sono poste posteriormente ai due lobi tiroidei), nella somministrazione eccessiva (iperdosaggio) di vitamina D, nelle malattie' che comportano distruzione o riassorbimento del tessuto osseo (cosiddette malattie osteolitiche), quali il mieloma multiplo o plasmocitoma, le metastasi alle ossa da tumori maligni, la sarcoidosi.

L'ipocalcemia rappresenta un sintomo dell'ipoparatiroidismo (deficiente attività delle ghiandole paratiroidí), di carenza di vitamina D, come nel rachitismo e nell'osteomalacia, nell'insufficienza renale, nelle forme da difettoso assorbimento ( sindromi da malassorbimento) caratteristiche di sprue, ileiti, morbo celiaco, insufficienza pancreatica, gravi pancreatici con necrosi del pancreas, itterizia, ecc. Quando la calcemia scende al disotto di 7 milligrammi per cento si manifesta tetania (vedi). La terapia delle modificazioni in eccesso o in difetto del calcio ematico varia a seconda della condizione morbosa' responsabile.

CALAZIO granuloma infiammatorio cartilagine tarso

CALAZIO granuloma infiammatorio della cartilagine del tarso (che costituisce lo scheletro cartilagineo della palpebra) assai frequente ed il cui significato patologico non è sempre evidente: molto probabilmente consegue all'ostruzione infiammatoria del canale di evacuazione 'di una ghiandola di Meibomio (ghiandola con funzione simile alle ghiandole sebacee che si trova, con altre, nello spessore delle palpebre e secerne un liquido untuoso), che provoca il rigonfiamento del tarso e l'autofa,,ia del secreto ghiandolare. Si presenta come un piccolo rilievo tondeggiante della pelle della palpebra della grandezza di un pisello; generalmente la cute non è infiammata. Spesso, là sua sede è sul bordo libero della palpebra. L'evoluzione è in genere verso la formazione di una piccola cisti, raramente si perfora spontaneamente dando esito ad un contenuto fungoso.

CAFFEISMO - intossicazione da caffeina

CAFFEISMO, intossicazione da caffeina che si traduce in una serie di sintomi che interessano diversi apparati. L'abuso del caffé conferisce un aspetto riconoscibile a prima vista: gli intossicati infatti, sono pallidi, magri e presentano tremori alle mani, espressione ansiosa e irrequieta; l'occhio è brillante e la pupilla dilatata. Essi lamentano disturbi del sonno ( sonno difficile, superficiale e non riposante), crampi muscolari dei reni ( aumento dell'urinazione o poliuria ), merita di porre l'accento sui fenomeni cardiovascolari (cuore e vasi sono particolarmente suscettibili alla intossicazione cronica da caffé) che sono caratterizzati da palpitazioni cardiache, da irregolarità del ritmo delle pulsazioni (aritmie) e talora da dilatazione dei vasi, cui si accompagnano vampate di calore, sudorazióne; talaltra da costrizione dei vasi cutanei, cui corrisponde pallore e senso di freddo.

Il danno da caffeismo si verifica solo quando v'è abuso protratto di caffé, fino ad arrivare addirittura al consumo giornaliero di litri di questa bevanda. Si è constatato che il caffeismo è più diffuso tra le donne e nelle classi operaie. Se è erroneo pregiudizio ritenere che il caffé favorisca il flusso mestruale e influisca negativamente sulla fecondità femminile, è invece assodato che i figli nati da donne dedite al caffeismo sono gracili e presentano disturbi della crescita. Durante la vita intrauterina, dalla madre la caffeina passa al feto ed è anche possibile rinvenirne tracce nel latte delle nutrici. Nell'uomo il caffé svolge effetti anafrodisiaci, senza però che si raggiungano stati di vera e propria impotenza. A lungo andare si instaura una sorta di tolleranza progressiva al caffé, sicché chi è dedito al caffeismo tende ad aumentare le quantità di questa bevanda. La sua sospensione drastica non dà luogo a crisi di astinenza, quali si verificano, ad esempio, per l'alcool o per le droghe.

Nei riguardi del trattamento, ciò consente di sospendere di punto in bianco il caffé. All'inizio, a causa di tale privazione si potrà verificare un certo nervosismo, astenia e mal di testa, ma questi fenomeni si risolvono nel volgere di pochi giorni e possono essere attenuati con l'impiego di caffé decaffeinato, ciò che peraltro consente un compenso psicologico alla privazione di questa bevanda.

Intossicazione da Cadmio

Intossicazione da Cadmio, rischio a cui sono particolarmente esposti i lavoratori addetti all'estrazione del cadmio e alla preparazione delle sue leghe e composti, alla produzione di accumulatori e barre di controllo dei reattori nucleari, alla fabbricazione di cellule pori di cadmio. Il cadmio viene usato nell'industria, soprattutto sotto forma di solfato e di cloruro, e ha un'azione tossica sull'apparato polmonare. L'intossicazione può essere conseguenza di assorbimento della sostanza per via respiratoria o digerente, sotto forma di fumi, vapori o polveri che vanno ad accumularsi nei polmoni e nel fegato. L'intossicazione acuta da inalazione può dar luogo a un accesso febbrile della durata di pochi giorni o, nei casi più gravi, a fenomeni irritativi delle vie aeree (con tracheiti, bronchiti, broncopolmoniti); possono poi aversi anche grave dispnea ed edema polmonare (che può portare a morte).

Nell'assorbimento per via orale compaiono nausea, vomito, diarrea, compromissione renale ( oliguria, ematuria) e nei casi gravi morte da collasso. L'intossicazione cronica presenta analoga sintomatologia, in grado attenuato: i quadri di bronchite con enfisema e le turbe gastro-intestinali possono essere accompagnati da comparsa di caratteristica colorazione giallastra del colletto dei denti, di ulcerazioni e atrofia della mucosa nasale, nonché da grave stato di malessere generale ( colorito terreo, anemia, astenia, dimagramento). Sono inoltre noti casi di alterazioni ossee (osteomalacia, soprattutto interessante bacino, femori, scapole) e renali (proteinuria). La diagnosi si basa essenzialmente sull'anamnesi lavorativa e sulle ricerche del cadmio nel sangue, nelle urine e nelle feci. La cura è sintomatica.