venerdì 28 novembre 2008

CANCRO tumori maligni

CANCRO, termine con cui sono definiti tutti i tumori maligni, cioè quelle neoformazioni di cellule e di tessuti che sono caratterizzate da crescita tumultuosa ed anarchica, dalla capacità di invadere e distruggere gli organi in cui insorgono, dalla facoltà di propagarsi a distanza attraverso i vasi sanguigni o linfatici ( metastasi ), dall'andamento progressivamente aggravantesi in assenza di adatte cure. Tutti i tessuti dai quali è composto il nostro organismo possono esser sede ed origine di cancri, che così prendono, di volta in volta, differenti de nomínazioni, che ricordano appunto l'organo o il tessuto di partenza: in genere sono definiti come carcinomi i tumori maligni originati da tessuti epiteliali, come sarcomi i cancri derivati da tessuti di sostegno, come blastomi altri tumori maligni di origine incerta o complessa.

In linea di massima il cancro, che è una malattia lenta ad instaurarsi e spesso lenta anche nel suo decorso, colpisce individui in età media ed avanzata, ma nessun'epoca della vita è del tutto risparmiata, anzi, alcuni tumori maligni, ad esempio i sarcomi, preferiscono piuttosto l'età giovane, specie l'infanzia, né vi è preferenza di sesso, anche se la donna sembra più colpita, per la grande frequenza dei cancri di organi esclusivamente femminili come l'utero, le ovaie e le mammelle.

CAMBIAMENTO DI SESSO

CAMBIAMENTO DI SESSO, trasformazione di un adulto normale, da un punto di vista genetico e somatico nettamente maschile, in donna adulta altrettanto normalmente conformata, o viceversa. Da un punto di vista pratico la definizione è assolutamente inesatta, giacché tale trasformazione è impossibile. La locuzione è stata sinora impiegata per definire sommariamente due casi, i più frequenti pseudoermafroditi possesso di caratteri somatici sessuali opposti al sesso dichiarato in un primo tempo ; la mutilazione che priva della virilità.

È questa un'operazione complessa, eseguita in tempi successivi,che dopo aver provveduto a eliminare i caratteri più appariscenti del sesso maschile, pene e testicoli, attraverso delle plastiche, costruisce una pseudo-vulva e una pseudo-vagina. Tali trasformazioni plastiche hanno un carattere più decorativo che altro e si potrebbero definire grottesche se non ponessero gravi problemi di ordine morale, giuridico e, soprattutto, psicologico. Sarebbe più opportuno, in casi del genere, tentare una psicoterapia, magari di esito incerto, anziché provocare una mutilazione organica irreversibile.

giovedì 27 novembre 2008

Perdita di capelli, calvizie

Calvizie, o alopecia ereditaria, perdita di capelli che colpisce il sesso maschile e che è stata tramandata nei secoli col nome di Ippocrate (primo medico dell'antichità), che ne risultava affetto. È una condizione comunissima, cioè molto diffusa, che colpisce le regioni frontali e temporali, fin dalla prima giovinezza, sempre dopo la pubertà. La causa non è precisabile, come per tutte le malattie ereditarie della cute: si può dire che è sempre associata ad uno stato seborroico della pelle, cioè ad una base costituzionale di pelle tendente al grasso. Probabilmente sono in gioco fattori ormonali, di carattere sessuale (testosterone). Come si è detto, colpisce il sesso maschile, dopo la maturazione sessuale.

Il sintomo fondamentale è la caduta dei capelli, progressiva, anche se lenta, prima alla fronte, poi alle tempie e infine al vertice della testa (chierica). Dal vertice scende sui lati della testa, lasciando solo una frangia terminale di capelli, più o meno larga tutto attorno. Il cuoio capelluto man mano si fa perfettamente calvo, lucido. La diagnosi è molto semplice e non occorrono esami di laboratorio. La cura deve essere molto precoce, ai primi sintomi della caduta dei capelli, ed ha lo scopo primo di combattere la seborrea, e, in secondo ordine, di stimolare il bulbo del capello. Ne deriva quindi la scelta di shampoo e lozioni allo zolfo o al catrame e di lozioni alla cantaridina, alla pilocarpina, alla resorcina. Cure generali corroboranti e polivitaminiche sono ugualmente di aiuto.

Callo, o callo cutaneo

CALLO, o callo cutaneo, ispessimento circoscritto dell'epidermide, di consistenza dura, generalmente affondato nel derma. Si forma sul palmo delle mani, sulla pianta dei piedi, sulla faccia dorsale delle dita dei piedi. E', dovuto allo strofinamento continuo. Mentre i calli delle mani hanno origine dal lavoro svolto dall'individuo, quelli dei piedi possono avere origini diverse: malformazioni congenite delle dita (dita che si sovrappongono), insufficiente convessità del metatarso, scarpe troppo strette, il camminare in modo poco corretto.

I calli dei piedi si curano con l'uso di scarpe ortopediche per correggere le convessità metatarsali, indossando scarpe più comode, camminando in modo più appropriato. I callifughi non hanno vere proprietà curative perché non intervengono sulla causa del callo, possono quindi servire solo per alleviare il disturbo.

Infiammazione tessuti oculari, callosi,

Callosi, infiammazione e alterazioni che si verificano nei tessuti oculari a causa della presenza di un corpo estraneo intraoculare contenente rame o suoi derivati. Il rame è un metallo assai poco tollerato dai tessuti viventi e nell'occhio provoca alterazioni il cui pronostico è sempre assai grave per la funzione visiva. Dette alterazioni sono soprattutto a carico della cornea, dove si manifestano con la presenza di un cerchio verdastro pulverulento dai riflessi cangianti alla periferia corneale e di una pseudo-cataratta, a forma di girasole, dovuta al deposito di polvere di rame verdastra sulla superficie della lente cristallinica.

Calcolosi, o litiasi calcoli nelle vie biliari

Calcolosi, o litiasi, formazione di concrezioni solide (dette calcoli) nelle vie o canali biliari, pancreatici, salivari, a livello dei reni, delle vie escretrici urinarie (bacinetti renali, ureteri, vescica, uretra) e nell'intestino. Per la calcolosi epatica, vedi colelittasi. La calcolosi intestinale o litiasi intestinale consiste nella formazione, nelle feci, di calcoli, talora numerosi e di grandezza variabile (in certi casi si formano detriti simili a sabbia).

Affezione di inconsueta osservazione, la si riscontra nella stitichezza cronica o in concomitanza di coliti. La espulsione di calcoli intestinali, specie se essi sono alquanto voluminosi, può essere preceduta da dolori addominali. La terapia si identifica con quella della colite ( vedi) e cioè deve essere oltre che medicamentosa anche dietetica; sono inoltre vantaggiose cure con acque minerali (cloruro-sodiche e oligominerali).

La calcolosi pancreatica, detta anche litiasi pancreatica, consiste nella formazione di calcoli, costituiti da sali di calcio, che si localizzano nei canali escretori del pancreas. Ciò determina ristagno dei succhi pancreatici, ricchi in enzimi, da cui dipende una sintomatologia del tipo della colica addominale con dolori che, dalla regione gastrica, si irradiano a sinistra e posteriormente terizzata dall'incuneamento di calcoli lungo i dotti escretori delle ghiandole salivari, con conseguente ristagno a monte della saliva, per effetto della quale la ghiandola stessa diventa tumefatta e dolente, spontaneamente o alla palpazione.

I dolori si acuiscono ( colica salivare) alla visione del cibo, stimolo questo che fisiologicamente eccita la secrezione salivare. Unico mezzo per rimuovere il calcolo è quello chirurgico, una volta che si è individuata la sua posizione, ciò che si compie con assoluta precisione mediante l'esame radiografico, dopo aver iniettato in corrispondenza del punto di sbocco del condotto salivare un mezzo di contrasto opaco ai raggi X. La calcolosi salivare colpisce in modo elettivo il sesso maschile, fatto questo che non trova una esauriente spiegazione. Per la calcolosi renale, vedi ne rolitiasi.