venerdì 28 novembre 2008

Catalessi

Catalessi, o catalessia, fenomeno nel quale gli arti mantengono per un tempo indefinitamente lungo la posizione fatta loro assumere dal soggetto o da un'altra persona. Si tratta di un fenomeno di origine neurologica o psicologica. Il meccanismo ultimo che lo determina è l'esagerazione dei riflessi di postura (cioè di quei meccanismi nervosi che consentono di mantenere le parti del corpo nella posizione desiderata, regolando automaticamente l'insieme dei muscoli che servono a questo scopo).

Il riflesso di postura è una contrazione tonica ( continua, lenta, non volontaria, incapace di provocare movimento, scarsamente dispendiosa dal punto di vista energetico, insensibile alla fatica, sempre presente nel muscolo) che dipende dall'integrità dei nervi, del sistema nervoso centrale e dalle caratteristiche di elasticità, plasticità ed estensibilità dei muscoli. I muscoli normali non sono molli e flaccidi, proprio perché hanno un tono.

Generalmente qualsiasi movimento di una parte del corpo richiede che i muscoli che lo determinano possano avere un punto fisso su cui fare trazione ed un punto mobile da spostare. Il riflesso tonico di postura è quello che mantiene fissa quella parte del corpo che deve rimanere tale. Nella catalessia tale riflesso è esagerato, perché la parte del sistema nervoso centrale che comanda i movimenti automatici (sistema extrapiramidale) è lesa o bloccata ( nelle forme di origine psicologica).

In senso organico si verifica anche catalessia nella lesione delle vie nervose che uniscono il cervelletto alla corteccia del cervello (catalessia cerebellare). Il fenomeno non è molto frequente e si manifesta mettendo il malato supino, sollevandogli e allargandogli le gambe. Queste, nella catalessia cerebellare, rimangono in questa incomoda posizione per parecchi minuti. Catalessia di origine psicologica si ha nell'isterismo.

Castrazione Ovarica

Castrazione Ovarica, asportazione o soppressione funzionale delle ghiandole generative (ovaie) nella donna. Eseguita prima della pubertà determina deviazioni morfologiche verso l'intersessualità ( come nel maschio). La castrazione tardiva invece produce solo perdita delle capacità generandi e sintomi funzionali simili a quelli della normale e fisiologica involuzione climaterica (menopausale). Si conoscono due tipi di castrazione. Il primo è quello temporaneo che si attua ormonalmente ( con altissime dosi di testosterone) o con applicazioni roentgen. Oggi in disuso, era molto usato in passato nelle forme di tubercolosi genitale e nelle salpingo-ovariti gonococciche, che producevano gravi emorragie anemizzanti. Il secondo tipo è quello definitivo e si attua mediante asportazione chirurgica delle ovaie o ottenendo la loro soppressione funzionale mediante applicazione radiante (roentgen o radíum o cobaltoterapia).

L'indicazione alla castrazione mediante radiazione era, dopo i 40 anni, la presenza di miomi uterini ( vedi mioma) sottomucosi a contenuto emorragico, e'la metropatia emorragica. Inoltre la castrazione roentgenterapica era usata nei casi di carcinoma mammario, come terapia complementare, onde sopprimere ogni fonte di produzione estrogenica. Ma per tutte queste indicazioni oggi si preferisce, più modernamente e più in linea colle recenti acquisizioni statistico-prognostiche, la castrazione chirurgica, associata eventualmente alla terapia ormonale con testosterone ad alte dosi. La terapia dei disturbi da castrazione, tanto più evidenti quanto più la donna è giovane e quanto più la soppressione è rapida ( quindi più evidenti in quella chirurgica), è la medesima di quella che si attua per gli identici disturbi provocati dal climaterio e dalla menopausa fisiologici.

Complesso di Castrazione

Complesso di Castrazione, senso di angoscioso timore, descritto dalla psicanalisi, di cui soffre il bambino, ritenendo che il padre possa privarlo del pene. Questo meccanismo, inconscio ha un'influenza molto importante, secondo la psicanalisi, nella formazione della personalità adulta. Freud parla del fenomeno da lui descritto in questi termini: « L'attrazione erotica emanata dalla madre culmina, in breve, nel desiderio dei suoi genitali, immaginati come pene. Con la consapevolezza, avuta più tardi, che essa non ha il pene, il desiderio si trasforma nel suo opposto, creando un disgusto che negli anni della pubertà può diventare causa di impotenza psichica, di misoginia e di omosessualità permanente.

La fissazione all'oggetto che era stato desiderato intensamente (il pene della donna) lascia però tracce indelebili nella esperienza psicologica del bambino che si era dedicato con particolare intensità all'esplorazione di quella parte della sessualità infantile ». La psicanalisi afferma che l'interesse erotico per le caviglie ed i piedi della donna rappresenta una specie di surrogato alla possibilità di soddisfare il desiderio di vedere il pene nella donna da parte del bambino. Il complesso di castrazione esiste anche nella donna, dove non si può esprimere come timore di perdita del pene, ma come paura della perdita dell'amore.

Quest'ultima sarebbe, a sua volta, un residuo dell'esperienza, infantile, della paura di perdere la presenza della madre da parte del lattante. Il complesso di castrazione si manifesta anche attraverso il complesso di Edipo. Nel sogno infatti, sempre secondo la psicanalisi, l'accíecamento con cui Edipo si punisce dopo essersi reso conto del suo delitto è il simbolo dell'autocastrazione. Anche l'agorafobia ed altre paure indicherebbero il timore di esporsi a situazioni nelle quali non si è abbastanza protetti dalla possibilità di venir castrati ( come punizione di qualcosa commesso o pensato inconsciamente).

Castrazione privazione organi sessuali (testicoli)

Castrazione, operazione attraverso la quale un uomo viene castrato, cioè privato degli organi sessuali primari, i testicoli. Castrazione incompleta è l'ablazione di uno solo dei due testicoli. Il termine può anche essere riferito al sesso femminile: lo scopo dell'intervento è generalmente quello di privare l'individuo delle facoltà di riprodursi. Non sempre castrazione equivale a perdita della capacità sessuale: infatti la mutilazione può non distruggere lo stimolo sessuale e può anche non alterare la virilità interna.

Malattia dei Cassoni brusca variazione della pressione

Malattia dei Cassoni: affezione conseguente a una brusca. variazione della pressione; deve il suo nome al fatto che fu accertata in soggetti che, chiusi in speciali cassoni o in campane immerse, svolgevano la loro attività lavorativa sott'acqua.

Esposti al pericolo di tale forma morbosa — caratterizzata da un quadro sintomatologico vario, che, però, nelle forme più gravi, può consistere in un embolia gassosa con elevato pericolo di morte (aeremia, aereoembolismo, vedi) — sono gli operai che lavorano sott'acqua e i palombari, sottoposti a elevate pressioni. Nell'organismo umano, sottoposto all'azione di elevate pressioni, l'azoto inspirato con l'aria si dissolve nei liquidi organici e si accumula nei tessuti da dove,se la fase di decompressione cht accompagna il ritorno alla superficie avviene in modo lento e graduale, viene raccolto dal sangue che lo elimina poi attraverso la respirazione.

Se invece la decompressione avviene troppo bruscamente, l'azoto, improvvisamente liberato, forma nei liquidi organici (sangue, linfa, liquido cefalo-rachidiano) bolle gassose, che sono appunto causa dei disturbi tipici della malattia dei cassoni. In questo caso i sintomi più precoci sono vaghi dolori superficiali accompagnati da prurito o formicolio, sudorazione, senso di oppressione respiratoria, cui seguono ronzii auricolari, vertigini, dolori alle ossa e ai muscoli; più rari i fenomeni di vasodilatazione locale, edemi, macchie cutanee, tachicardia, dispnea. La rapida ricompressione ai valori precedenti è la principale misura di pronto soccorso da applicare con urgenza. La mancata possibilità di tale intervento o la rapida evoluzione del male può essere causa di ostruzione vascolare da parte delle bolle gassose, da cui può derivare anossia tessuti e degradatamente del cervello, nonché emorragie interne.

Case Work

CASE WORK, termine usato prevalentemente dagli operatori sociali ( assistenti sociali) per indicare quella disciplina che studia quali possibilità sono offerte dall'ambiente sociale, fisico e culturale, per migliorare le condizioni di adattamento psicologico e la situazione personale di un soggetto.

Nel social case work l'assistente sociale psichiatrico non si limita ad un'analisi dei fatti esterni o ad una informazione verso il malato, ma interviene — nei limiti delle possibilità reali — a modificare l'ambiente stesso in cui il malato dovrà reinserirsi o dal quale non è opportuno toglierlo. In questo senso si parla di un'azione di case work.

Il reperimento delle risorse in luogo ed il loro orientamento verso la soddisfazione di certi bisogni psicologici o materiali, ad esempio per non emarginare i minorati o per inserirli in un'attività di lavoro (non semplicemente assistenziale in senso caritativo), è attività di case work. Dunque il termine ha due significati: uno di studio ed uno di intervento.