venerdì 28 novembre 2008

Malattia di CHAGAS

Malattia di CHAGAS, o tripanosomiasi americana forma di tripanosomiasi a carattere endemico dell'America centro-meridionale, comunissima nelle zone rurali del Brasile, Venezuela, Perù ed Argentina dove colpisce larghi strati della popolazione. L'agente causale è il Trypanosoma cruzi, di cui sono serbatoio cani, gatti e roditori selvatici, e che viene trasmesso all'uomo, con la puntura, da una cimice ( triatoma) .

La trasmissione congenita al feto si verifica in pochi casi. La malattia evolve in due forme: acuta e cronica. Nella forma acuta si osserva una lesione tumefatta al punto di inoculazione del tripanosoma. Questo, invaso l'organismo, causa danni estesi al muscolo cardiaco ed al sistema nervoso ( sia centrale che periferico).

Negli adulti la sintomatologia soggettiva ed obiettiva è lieve, nei neonati e nei bambini, invece, la forma acuta decorre in modo assai grave, con febbre, edema facciale, epatosplenomegalia (ingrossamento del fegato e milza), linfoadenopatia (ingrossamento doloroso delle ghiandole linfatiche) ed anemia. In tre, quattro settimane può condurre alla morte per meningoencefalite e scompenso cardiocircolatorio.

La forma cronica è tipica degli adolescenti c'degli adulti che sono stati contagiati nella prima infanzia e nei quali, fortunatamente, lo stadio acuto, per essere lieve, è passato inosservato. La sintomatologia simula una miocardite cronica: disturbi del ritmo e scompenso di tipo congestizio. Raramente sono stati evidenziati dilatazioni abnormi di esofago e colori ( megaesofago e megacolon) come esiti di distruzioni estese dalla loro innervazione. Postumi tardivi sono deficit mentale e paralisi spastiche.

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Sindrome di CESTAN-CHENAIS

Sindrome di CESTAN-CHENAIS, lesione bulbare a focolaio con emiplegia associata a sindrome oculare simpatica; è una sindrome alterna ( cioè con caratteristiche diverse dei sintomi dai due lati) della parte superiore del bulbo che si manifesta con miosi (restringimento spiccato della pupilla), ptosi ( parziale chiusura della palpebra), nistagmo, paralisi del faringe, della laringe e talora della lingua, emiatassia cerebellare dal lato opposto alla lesione, disturbi della sensibilità ed infossamento del bulbo oculare (enoftalmo) dal lato della lesione. Il disturbo è quasi sempre dovuto a un piccolo infarto del midollo allungato, causato da trombosi, infiammazione o tumore, che colpisce in un punto particolare l'arteria vertebrale. Si tratta di una sintesi, quindi, tra la sindrome di Avellis e quella di Babinski e Nageotte.

Cervicite, infezione del collo dell'utero

Cervicite, infezione del collo dell'utero, cioè di quella parte dell'utero che, facendo seguito al corpo ( contenuto nel piccolo bacino), sporge in vagina (ed è perciò anche chiamato portio vaginali oppure muso di tinca). Tutti i germi patogeni possono essere chiamati in causa come agenti eziologici di una cervicite, dai comuni piogeni al gonococco, fino a quelli delle forme luetiche e tubercolari. Condizioni particolari come i parti ed i conseguenti puerperi, gli aborti ( specie se procurati), nonché l'attività sessuale giocano un ruolo altamente favorevole alla predisposizione per l'infezione di questoorgano, e ne spiegano l'alta incidenza in sede di frequenza percentuale.

La sintomatologia, in fase acuta, è caratterizzata da secrezione muco-purulenta più o meno abbondante, talora con dolori ( specie coitali) e, raramente, febbre (nelle forme in cui partecipa anche il corpo uterino si ha metrite). La diagnosi è facile, specie alla visita mediante speculum, e può essere circostanziata da esami batteriologici su prelievo del trasudato. La terapia è prevalentemente locale: ovuli o candelette (a base di antibiotici o sulfamidici oppure di farmaci particolari quali protargolo, solfato di zinco, ittiolo e tannino) ed irrigazioni vaginali. Si può associare anche una terapia generale antibiotica, sulfamidica o chemioterapica qualora sia richiesta.

Cervicartrosi e artrosi degenerativa

Cervicartrosi , localizzazione elettiva e preminente dell'artrosi degenerativa in corrispondenza delle sette vertebre cervicali, ed in particolare su una parte di esse chiamata processo unciforme (uncoartrosi). Comporta dolori al collo che si irradiano in alto,verso la nuca, verso le spalle e le braccia fino ai polsi. I dolori sono in rapporto ad irritazione e compressione da parte del processo artrosico delle radici nervose, impegnate nei forami intervertebrali della colonna cervicale. Ai dolori si possono accompagnare zone di diminuita sensibilità tattile nel territorio innervato dalle radici nervose corrispondenti.

Poiché in corrispondenza delle apofisi trasverse vertebrali passano anche due importanti arterie che riforniscono di sangue il cervelletto, una cervicartrosi di grado discreto può disturbare detto circolo vertebrale, e provocare anemízzazioni intermittenti di sangue diretto al cervelletto. Poiché quest'organo è soprattutto deputato all'equilibrio, ecco che l'artrosi della colonna vertebrale cervicale spesso si accompagna a vertigini intense. La diagnosi corretta di cervicartrosi viene formulata radiograficamente, con una radiografia della colonna vertebrale cervicale (rachide cervicale), scattata in d proiezioni: anteriore e laterale, cioè di fronte e di profilo. È possibile così vedere deformazioni dei corpi vertebrali e delle apofisi, formazioni di escrescenze patologiche dette becchi osteolitici.

Tumori del cervello

Tumori del cervello, nel cervelletto, nella parte alta del midollo spinale e nei nervi che nascono dal cervello, insomma negli organi nervosi endocranici, non sono rari i tumori, benigni e maligni: si calcola che circa 5 persone su centomila possano avere un tumore cerebrale. Tutte le età della vita sono colpite da questo tumore: esso è una delle più frequenti neoplasie infantili (rappresentando circa il 25 per cento dei cancri dei bambini), ma certi tumori cerebrali, come i gliomi, colpiscono di più i 20 e i 40 anni, altri, come i glioblastomi e i tumori vasali, si osservano invece tra i 40 e i 60 anni, con leggera prevalenza per il sesso maschile.

I tumori endocranici appartengono a diversi tipi; i più frequenti sono i gliomi, i meningiomi, gli ependimomi, che rivelano una malignità diversa da caso a caso: la tendenza alla trasformazione maligna di forme benigne è però nel cervello più accentuata che altrove, perché i tumori vengono spesso diagnosticati tardi, e perché una loro asportazione completa urta sovente contro insuperabili difficoltà chirurgiche, per cui si hanno facili recidive. Sintomi comuni a tutti i tumori del cervello sono il mal di capo insistente, dovuto alla compressione degli organi nervosi contro la scatola cranica, il vomito che è improvviso e non è preceduto da nausea, le alterazioni del fondo dell'occhio definite come edema della papilla e documentabili all'esame oculistico; a seconda della sede in cui è insorto il tumore si possono poi osservare paralisi muscolari, alterazioni della sensibilità, vertigini, disturbi della deambulazione o della parola e così via.

Questi sintomi di sede sono utili al chirurgo per sapere dove intervenire, ma a questa precisazione si giunge oggi assai più esattamente grazie agli esami radiografici (ventricolografia, angiografia) o isotopici ( scintigrafia del cervello dopo somministrazione di sostanze radioattive artificiali quali radiotecnezio o radiomercurio, che si vanno a fissare elettivamente nelle aree tumorali). La prognosi dei tumori del sistema nervoso centrale non è molto buona, date le difficoltà che si frappongono ad una completa asportazione chirurgica, tuttavia le forme più benigne possono guarire in un quarto circa dei casi; le recenti scoperte in tema di chemioterapia antitumorale hanno tuttavia migliorato anche la situazione delle forme più maligne, che possono esser tenute sotto controllo consentendo quindi di prolungare la sopravvivenza del paziente.

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Malattie del cervelletto

Le malattie del cervelletto causate da emorragie e rammollimenti provocati da lesioni arteriose; la loro frequenza è inferiore di dieci volte a quella dei disturbi vascolari del cervello, da malattie infettive (cerebellite acuta, ascessi) , da malformazioni ed atrofie, spesso congenite. I sintomi sono sostanzialmente gli stessi in tutte le malattie e sono: la difficoltà a mantenersi in piedi (astasia), quella di camminare, di fermarsi all'improvviso, di cambiare bruscamente direzione, di seguire una linea retta, di coordinare la contrazione dei muscoli così che essi possano entrare in azione secondo l'ordine ottimale per svolgere il movimento (asinergia), l'incapacità di regolare la contrazione dei muscoli (dismetria), che si spostano in modo troppo rapido e brusco o troppo esteso (ipermetria).

Nella dismetria cerebellare è conservato l'orientamento verso lo scopo ed il controllo della vista non influisce sulla precisione del movimento (come accade nella atassia tabetica) . Nelle malattie del cervelletto si ha inoltre una diminuzione del tono muscolare dallo stesso lato della lesione. Il fenomeno non è molto vistoso, tuttavia i muscoli appaiono più flaccidi ed estensibili del normale.
Talora si ha un aumento del tono, quando il soggetto appoggia i piedi al suolo. In questo caso l'ipertonia contrasta con la flaccidità dei muscoli quando il soggetto è sdraiato.

Il soggetto con malattie cerebellari presenta, sia a riposo che durante il movimento, significativi tremori, minore energia, facile esauribilità muscolare e difficoltà (lentezza) ad iniziare i movimenti. I disturbi dell'equilibrio consistono in vertigini e nistagmo ma non sono dovuti ad una lesione diretta del cervelletto, bensì alla compromissione di alcune vie nervose riguardanti l'equilibrio che lo attraversano. Mancano, invece, i disturbi della sensibilità.