sabato 19 aprile 2008

Svenimento (lipotimia)

Lo svenimento o lipotimia o sincope è una condizione caratterizzata da pallore e perdita di conoscenza temporanea dovuta ad insufficiente apporto di sangue al cervello. Le cause possono essere un colpo di sole, un'intossicazione, un annegamento, un trauma, ma più frequentemente un improvviso abbassamento della pressione arteriosa di origine cardiaca o vascolare.

Normalmente il soccorritore non è in grado di intuire le cause dello svenimento, per cui si dovrà limitare ad un soccorso generico e chiamare con urgenza il medico se lo svenimento si protrae oltre i due minuti. Si tenga presente che:

• la persona svenuta non va mai schiaffeggiata;
• la persona svenuta non va scossa per farla tornare in sé;
• non si deve dare nulla per bocca a chi è svenuto.

Quando una persona dice di stare per svenire si deve aiutarla prontamente a distendersi con il capo più basso rispetto al corpo ed alle gambe. Gli si spruzza acqua fredda sul viso, slacciando gli indumenti troppo stretti. Utili sono i vapori di ammoniaca (i famosi «sali» di ottocentesca memoria).

Strappi muscolari

Si tratta di incidenti sempre più frequenti che si possono verificare per incidenti stradali, per infortuni sul lavoro o nel corso di attività sportive. Sono caratterizzati dalla lacerazione più o meno grave ed estesa dei muscoli. Tali lesioni si osservano più spesso a carico dei muscoli della coscia (quadricipite), della gamba (ga-strocnemio), del braccio (bicipite brachiale) e sono provocate da una contrazione violenta ed improvvisa di un gruppo muscolare.

La sintomatologia è caratterizzata da un dolore improvviso e violentissimo in corrispondenza della sede della lesione accompagnato dalla sensazione di un rumore di scroscio, di lacerazione sotto la pelle, a cui fa seguito una impotenza funzionale totale (il soggetto non è più in grado di muovere l'arto colpito).

Il trattamento consiste nell'immobilizzazione della regione lesa ponendo così a riposo il muscolo per un periodo di almeno due, tre settimane. L'applicazione di una borsa di ghiaccio può essere utile a ridurre l'ematoma; la guarigione di queste lesioni può poi essere accelerata da applicazioni fisiche (marconite-rapia, forni Bier, ecc.). Quando la lesione muscolare è particolarmente grave, può essere indicato l'intervento chirurgico che consiste nella sutura del muscolo.

Slogature (distorsioni-lussazioni)

Si tratta di lesioni provocate da traumi indiretti, vale a dire da bruschi movimenti di leva o di torsione esercitati sulle formazioni molli dell'articolazione interessata (distorsioni); quando l'azione traumatica è di particolare intensità i capi ossei articolari perdono i loro normali rapporti, lacerando la capsula (lussazioni). Si tratta cioè di due eventi traumatici provocati da uno stesso meccanismo d'azione che si diversificano fra di loro unicamente per la gravità.

Tali lesioni possono inoltre essere complicate dalla presenza di fratture, per cui è sempre buona regola praticare una radiografia delle strutture ossee interessate. Il sintomo dominante è rappresentato dal dolore vivo, a carattere continuo, che si acutizza con i movimenti, dalla impossibilità di muovere l'articolazione interessata, che diventa tumefatta a causa di un versamento endoarticolare (in genere ematico) e di un edema periarticolare.

La terapia consiste nel riposo assoluto, nello svuotamento delle raccolte ematiche endoarticolari mediante punture evacuative della articolazione interessata, e nell'immobilizzazione mediante apparecchio gessato.

Quando la distorsione è di modesta entità, vale a dire la tumefazione è scarsa o assente, può bastare il semplice riposo per qualche giorno e l'applicazione di pomate adatte, reperibili comunemente in farmacia.

Singhiozzo

Quando si è alle prese con un singhiozzo fastidioso, basta fare un'inspirazione profonda e trattenere il fiato quanto più si riesce. Se il metodo non funziona, si potrà sorseggiare un paio di bicchieri di acqua fredda oppure fare un gargarismo con acqua tiepida.

Quando il singhiozzo sopraggiunge in un lattante, si può provare a farlo eruttare con qualche colpetto sulla schiena. Se non basta, gli si darà da succhiare il manico di un cucchiaino inumidito e poi intinto nello zucchero.

Scottature solari

Sono comuni a molte persone che si espongono a lungo e senza precauzioni al sole estivo. Se la pelle è solo arrossata basterà trattarla con una crema emolliente o con olio di paraffina (il burro è dannoso perché provoca irritazioni e infezioni).

Se ci sono invece vesciche o estese scottature, bisogna trattarle con una medicazione sterile (due cucchiai di bicarbonato di sodio in un litro di acqua). Le pomate grasse sono controindicate.
Naturalmente le parti scottate non vanno più esposte al sole fino a guarigione completa.

Scottature (ustioni)

Le ustioni possono essere provocate da corpi metallici roventi (si tratta in questo caso di lesioni limitate ma che agiscono in profondità), da incendi o dalla combustione di liquidi, solidi e gas infiammabili (benzina, nafta, alcol, etilene, carbone, metano, gas illuminante ecc. ) oppure da liquidi bollenti (olio, acqua) o da raggi ultravioletti (scottatura solare) e inoltre da folgorazione.

Si distinguono in ustioni di 1 ° grado quando esiste un arrossamento cutaneo (eritema); di 2°grado quando oltre all'eritema si sviluppano nel giro di qualche ora dei pomfi (flittene); di 3°grado quando esiste la necrosi dei tessuti. La gravità di un'ustione è in rapporto non solo con l'estensione cutanea della lesione, ma anche, e soprattutto, con il grado di questa. Come bisogna comportarsi in simili circostanze? Se gli abiti hanno preso fuoco, bisogna soffocare le fiamme con coperte o altri indumenti; il paziente va avvolto in una coperta, tenuto disteso e accompagnato in ospedale. Se il ricovero immediato non è possibile, bisogna agire in questo modo:

• si immerga il paziente in acqua calda (se le ustioni interessano diverse zone del corpo in una comune vasca da bagno). Nell'acqua va sciolto un po' di bicarbonato di sodio: questo primo soccorso esclude il contatto con l'aria ed evita lo shock;

• gli indumenti non vanno mai strappati dalle ustioni, ma tagliati con cura e delicatezza. I panni che aderiscono alla pelle vanno lasciati;

• il paziente deve rimanere immerso nella vasca fino all'arrivo del medico;

• se non è possibile bagnare le parti ustionate o mantenere a lungo il paziente nella vasca, lo si avvolga in un lenzuolo di bucato, lo si copra e lo si tenga disteso sul letto.
Nei casi di piccole ustioni si possono poi applicare pomate antistaminiche o al cortisone, ricoprendole con garze sterili. È comunque sempre consigliabile rivolgersi al più vicino Pronto Soccorso per una medicazione appropriata.
Bisogna evitare di applicare sulle ustioni garze o cotone non sterili, sulfamidici o antibiotici in polvere per il pericolo di reazioni allergiche (vedere la voce Orticaria), o rompere le vescicole.
È da tenere infatti sempre presente che il più grosso pericolo per le lesioni da ustione è proprio rappresentato dall'infezione. Tale complicanza è spesso la causa della morte nei grandi ustionati e di ritardi di guarigione nelle piccole ustioni.

L'estensione dell'ustione è un fattore molto importante per la necessaria valutazione e la prognosi.
Riassumendo, i tre grandi pericoli che minacciano gli ustionati sono:

• lo shock (sempre presente);

• l'infezione (si calcola che il 51 per cento dei decessi sono conseguenza dell'infezione delle ustioni). È necessaria anche l'iniezione antitetanica;

• la difficoltosa cicatrizzazione.