giovedì 11 dicembre 2008
INFARTO, lesione di un viscere per occlusione arteriosa
INFARTO, lesione di un viscere per occlusione arteriosa; in seguito all'occlusione totale di un'arteria terminale si determina una zona ( per lo più cuneiforme) di una regione anatomica, in cui viene soppressa la nutrizione e l'apporto di ossigeno. Ne consegue la morte del tessuto, a cui viene soppressa la circolazione, con conseguenze molto gravi per l'organo interessato, che viene in tutto o in parte escluso dall'economia generale del corpo umano con conseguenze negative riflesse sull'intero organismo. Quando la manifestazione morbosa permette la sopravvivenza, la zóna necrosata può evolverti verso una cicatrizzazione, determinata dalla formazione di connettivo retrattile, fino a che il materiale infartuale viene assorbito.
INEGUAGLIANZA PUPILLARE
INEGUAGLIANZA PUPILLARE, anomalia che si osserva quando una pupilla è più grande dell'altra (normale) o quando è più piccola. Nel primo caso si tratta di forma strettamente oculare causata da medicamenti instillati nell'occhio, da traumi, da glaucoma, da cecità unilaterale, oppure da paralisi isolate per lesioni dell'encefalo, da spasmo per irritazione simpatica (per affezioni dentali o per malattie addominali); si può trattare anche di una pupilla miotonica (sindrome di Adie). Nel secondo caso, quando la pupilla è più piccola, si tratta invece o di una forma oculare provocata da infiammazioni dell'occhio o da instillazione di medicamenti, oppure di una forma paralitica del simpatico (sindrome di Claude-Bernard-Horner) o di una paralisi centrale spasmodica.
INDURATIO PENIS PLASTICA
INDURATIO PENIS PLASTICA, o malattia di La Peyronie (che fu il primo personaggio descritto dagli studiosi affetto da questa malattia), indurimento doloroso del pene nel suo tratto intermedio tra i due corpi cavernosi. Si formano delle placche o un cordone fibroso che provocano l'incurvamento doloroso durante l'erezione, rendendo il coito difficile e talora impossibile. L'età più colpita è tra i 30 e i 50 anni. La cura può essere fatta con infiltrazioni di corticosteroidi, con ultrasuoni e con vitamina E ad alte dosi; ma i risultati sono, in genere, piuttosto scarsi.
INDIGESTIONE, disturbo digestivo
INDIGESTIONE, disturbo digestivo di cui è responsabile un'esagerata ingestione di cibo. Ne sono sintomi un senso di pienezza e di tensione al quadrante superiore sinistro dell'addome nausea, vomito, alito fetido, ripugnanza ai cibi, lingua saburrale; possono coesistere febbre, stipsi o diarrea, ripugnanza al tabacco. La sintomatologia può essere anche determinata dall'ingestione di cibi mal digeribili, dall'assunzione di medicamenti in ore inappropriate, da raffreddamento postprandiale. La dieta, imperniata in un primo tempo sul digiuno, deve essere blanda, ossia povera di residui (a base di patate, pastine glutinate, carni magre, pesce, frutta e verdura passata, zucchero). Sono da evitare i cibi fritti, la verdura cruda, le bevande gassate, l'alcol e il caffè.
INCONTINENZA URINARIA
INCONTINENZA URINARIA, condizione patologica in cui, per lesioni funzionale od organiche del sistema vescico-uretrale, la vescica perde la capacità di contenere urina, e ciò in modo involontario ed incoscente. Tale disturbo viene classificato in 4 categorie principali: incontinenza vera, parziale, falsa e notturna ( detta anche enuresi). L'incontinenza urinaria vera è raramente dovuta a malformazioni congenite come l'ipospadia o ad un uretere accessorio che sbocca, in modo anomalo, in vagina. Lesioni prodotte durante il travaglio di parto possono causare fistole tra la vescica e la vagina o l'utero e, più raramente, tra l'uretere e la vagina. Tumori maligni del collo uterino non infrequentemente invadono la base della vescica e danno origine ad una fistola. Anche applicazioni vaginali o uterine di radium possono dare un simile risultato.
INCESTO, rapporto carnale fra persone (di sesso diverso)
INCESTO, rapporto carnale fra persone (di sesso diverso), legate tra loro da quei rapporti di consanguineità o di affinità che oppongono impedimento assoluto al matrimonio. In latino, l'aggettivo incèstus vuol dire contaminato, impuro. Nel vigente codice tale rapporto è considerato come delitto contro la morale familiare ed è punito con gravi pene: la legge considera incestuosi i rapporti con « ...discendenti o ascendenti (legittimi o naturali ) non adottivi, o con un affine di linea retta, ovvero con un fratello o una sorella... ». Si tratta però di un reato condizionato: condizione oggettiva di punibilità è il pubblico scandalo (notorietà della tresca), anche se questo non è voluto ma sia una conseguenza delle modalità con le quali è stato commesso l'incesto.
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