giovedì 4 marzo 2010

Cardioplegia

La cardioplegia è quella procedura che utilizza una soluzione protettiva cardiaca per la perfusione coronarica ad aorta clampata.

La cardioplegia (o protezione cardiaca) si associa alla macchina cuore-polmone (in circolazione extracorporea, CEC) in quanto, mentre quest'ultima avrebbe lo scopo di rendere esangue il campo operatorio e di mantenere vitali i tessuti, la prima ha il fine di conservare le sostanze energetiche attraverso l'arresto cardiaco, ridurre i processi metabolici e degradativi attraverso l'ipotermia e prevenire effetti sfavorevoli dovuti all'ischemia infondendo agenti protettivi.

L'introduzione della cardioplegia si è resa indispensabile in quanto il clampaggio aortico a livello dei seni coronarici, avente lo scopo di interrompere il flusso coronarico per minimizzare la quota di sangue nel campo operatorio, può recare danno alle fibrocellule muscolari cardiache fino a farne perdere la funzionalità. Senza protezione, l'arresto anossico induce distruzione cellulare miocardica dimostrata da un aumento di CK-MB oltre le 120 unità e dopo le 48 ore ritorno alla norma, ma con disfunzione cardiaca per la distruzione cellulare. Più alta è la dismissione di enzimi, più basso è l'indice cardiaco (si fa riferimento a questo parametro per la valutazione della funzionalità cardiaca e, quindi, per stabilire la capacità di sopravvivenza del paziente dopo l'intervento).