giovedì 4 marzo 2010

trapianto renale

Il trapianto renale si esegue con un intervento chirurgico che consiste nell'inserire un rene sano, prelevato da un donatore cadavere o donatore vivente, nella parte anteriore dell’addome del paziente (in sede extraperitoneale). Ad oggi rappresenta il trattamento preferenziale per pazienti affetti da insufficienza renale cronica in quanto è capace di restituire una normale funzionalità renale e permettere alla maggior parte dei pazienti il ritorno a una vita socialmente produttiva. È sufficiente un solo rene per condurre una vita normale, senza comunque un eccesso di abusi alimentari, che possano provocare un rischio di insufficienza renale.

I candidati al trapianto devono sottoporsi ad una serie di esami per escludere l’eventuale presenza di malattie che controindichino l’intervento e la successiva terapia antirigetto.

L'intervento chirurgico ha una durata che può variare da 2 a 4 ore. L'arteria e la vena che vengono prelevate con il rene, vengono unite alla vena e all’arteria iliaca e il suo uretere collegato con la vescica del ricevente.