domenica 6 aprile 2008

Tumore del colon

Qual' è il segno d'allarme che può indurre il paziente a pensare di essere affetto da un tumore del colon?
« Il medico curante deve sempre avere presente la storia patologica del paziente, vale a dire che una colite apparentemente guarita da lungo tempo può improvvisamente riacutizzarsi e manifestare una sintomatologia simile a quella del cancro del colon. Al di là dei sintomi visibili uno degli elementi che deve suscitare un allarme è l'insorgere di un'anemia per mancanza di ferro. Nell'adulto questa affezione dipende quasi sempre da uno scompenso dell'apparato digerente, la cui origine può essere determinata da un cancro del colon. »

Esiste una tipologia dell'individuo affetto da cancro del colon?
« In generale, cioè statisticamente, il cancro del colon si manifesta nelle persone che in precedenza non hanno avuto affezioni dell'apparato gastrointestinale. Il sorgere improvviso di un'alterazione acuta in questo settore può quindi far pensare a un tumore. Ma la conferma potrà venire, come ho detto, soltanto dalle analisi. »

Il cancro del colon colpisce gli uomini più delle donne. In quale proporzione? Questo fenomeno può essere spiegato scientificamente?
È una constatazione statistica: il cancro del colon colpisce per il 70-75 per cento gli uomini, in genere tra i 45 e i 60 anni, e per il 25-30 per cento le donne, nella stessa classe di età. Non è stata trovata nessuna spiegazione scientifica a questo proposito. Ma bisogna tenere presente che questa affezione è direttamente proporzionale al grado di sviluppo delle società in cui viviamo, vale a dire che essa sembra dipendere dal regime alimentare e soprattutto dalla mancanza di certi elementi nel cibo che viene ingerito. Ma ci sono altri dati come lo stress, l'ambiente, certe abitudini alimentari sui luoghi di lavoro, che sommati ai primi potrebbero confortare i dati statistici.

Funzioni intestinali

L'ambiente di lavoro può influire sulle funzioni intestinali?
L'influenza dell'ambiente di lavoro sulle funzioni intestinali è legata alle modalità di risposta del soggetto agli stimoli dell'ambiente stesso. Ciascun individuo affronta l'ambiente di lavoro, i rapporti con i colleghi con uno spirito diverso, talvolta con stati di tensione e di ansia, che si traducono sotto forma di stimoli nervosi sul tratto intestinale e possono anche provocare anomalie transitorie con stipsi (costipazione) o diarrea, fino a quadri di colite vera e propria nei soggetti che presentano segni di labilità neuropsichica, su sfondo costituzionale.

Le feci con aspetto poltaceo sono espressione di enterocolite?
L'emissione di feci poltacee, grasse, lucenti, grigiastre e spesso maleodoranti, è il disturbo più comune di tutte le sindromi da malassorbimento intestinale, sia primitive che secondarie. Buona parte della patologia infiammatoria intestinale (enteriti, coliti) o parassitaria (giardiasi, elmintiasi) può dare origine a quadri diversi di malassorbimento.

Se si osservano nelle feci piccoli segmenti biancastri si deve pensare a una parassitosi intestinale?
Le parassitosi intestinali sono caratterizzate, oltre che da una sintomatologia intestinale abbastanza vaga e talvolta dalla presenza di prurito anale, dall'emissione con le feci di vermi biancastri; tale emissione può essere spontanea oppure provocata da un purgante. La dimensione e il numero di parassiti eliminati dipendono dal tipo di parassitosi in corso; per esempio, nei bambini è abbastanza frequente la ossiuriasi, che è diagnosticata in seguito alla visualizzazione di numerosissimi piccoli vermi bianchi sulla superficie delle feci. Più lunghe invece sono le tenie o l'Ascaris lumbricoides, di cui ci si può infestare assumendo cibi, specie vegetali, o liquidi contaminati da feci contenenti uova fecondate.

Patologia intestinale

La patologia intestinale colpisce più l'uomo o la donna?
Le enterocoliti colpiscono indifferentemente l'uomo e la donna; alcune forme prediligono certe età: per esempio le enteriti segmentarie (morbo di Crohn) prediligono le età tra i 20 e i 40 anni, mentre le colonpatie (malattie del colon) funzionali e la colite ulcerosa compaiono in genere dopo i 20 anni e sono raramente presenti nella vecchiaia

Periodi alterni di diarrea e di stitichezza

Che cosa vuol dire avere periodi alterni di diarrea e di stitichezza?
Avere periodi alterni di stitichezza, o costipazione, e di diarrea vuol dire avere alterate le normali funzioni dell'intestino crasso e del retto. Non necessariamente si tratta di una patologia vera e propria; talvolta è solo un fenomeno legato a turbe di natura psicosomatica, che si risolve spontaneamente o con l'aiuto della psicoterapia. In altri casi, invece, l'alternarsi di stipsi e diarrea è il primo avvisò di una vera lesione intestinale.

Quando un soggetto può dire di avere la diarrea?
La diarrea è caratterizzata da un accelerato transito intestinale con emissione di feci molli, semiliquide o liquide; il numero delle scariche è per lo più superiore alle 1 o 2 giornaliere normali. Un soggetto può quindi dire di avere la diarrea quando il proprio alvo presenta queste caratteristiche. In talune forme di diarrea sono presenti componenti patologiche (sangue, muco, pus, grassi, residui alimentari non digeriti), diverse in rapporto ai fattori che le hanno causate. La diarrea vera va distinta dalla pseudodiarrea, in cui materiale fecale solido, diluito da essudato sieroso o sieromucoso, è evacuato dopo un transito rallentato e non accelerato.

La diarrea può essere di origine psicosomatica?
Alcune forme di diarrea cronica sono di natura psicosomatica; si parla infatti di
diarrea funzionale o colon irritabile. Sono in genere presenti in questi casi segni di labilità neurovegetativa, neuropsichica su sfondo costituzionale. Più grave invece è la componente psicosomatica nel provocare la diarrea in corso di colite ulcerosa. Gli aspetti psicologici più frequentemente riscontrati nei pazienti con colite ulcerosa sono la frustrazione o l'ambivalenza tra l'aspirazione a realizzare un compito e il timore di esserne incapace (per esempio nella donna i conflitti relativi alla maternità); da questi conflitti possono derivare conseguenze somatiche capaci di rendere la mucosa vulnerabile a fattori diversi, che possono poi provocare lesioni anatomiche.

Disturbi intestinali

I soggetti ansiosi hanno più facilmente disturbi intestinali?
I soggetti con instabilità emotiva a tendenza ansiosa sono colpiti più frequentemente di altri da disturbi intestinali; questi disturbi, abbastanza comuni, spesso non riconoscono cause organiche ma dipendono da un'abnorme stimolazione parasimpatica del colon o da eccessiva risposta di questo agli impulsi colinergici. Le espressioni soggettive tipiche sono dolori addominali e turbe dell'alveo con alternarsi di stipsi e diarrea. Fattori psicosomatici possono avere un ruolo anche in quadri di patologia più grave dell'intestino tenue e del retto; per esempio la colite ulcerosa insorge spesso in soggetti con peculiari caratteristiche psichiche (immaturità affettiva, tendenza depressiva ed egocentrica, scarsa adattabilità sociale); turbamenti emotivi possono dare l'avvio alla malattia o provocare recrudescenze. In questi casi si è osservato che la psicoterapia ha spesso effetto favorevole.

Irregolarità delle funzioni intestinali

Cosa vuol dire avere irregolarità delle funzioni intestinali?
L'intestino, lungo tutto il suo tratto, svolge funzioni di digestione, di assorbimento, di secrezione e di trasporto di sostanze che, una volta elaborate, in parte vengono utilizzate dall'organismo, e in parte vengono eliminate con le feci. L'alterazione di una o più funzioni intestinali comporta la comparsa di sintomi di varia natura, che vanno da dolori crampiformi dell'addome sino a diarrea
0 stipsi con nausea e vomito. Le funzioni intestinali possono essere alterate da cause organiche, ma talvolta riconoscono anche cause di natura psicosomatica; gli stress psicoemotivi, per esempio, sono responsabili di un'eccessiva stimolazione parasimpatica e possono scatenare processi d'irritazione del colon.