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mercoledì 9 aprile 2008

Virus compromissione epatica epatiti batteriche

Quali sono i batteri che possono causare una compromissione epatica?
Epatiti batteriche possono verificarsi in corso di infezioni con pneumococco, sireptococco, stafilococco, gonococco, meningococco. Particolarmente grave è la compromissione epatica nel caso di localizzazioni, nel fegato, di Clostridium welchii o di Escherichia coli. Epatiti reattive aspecifiche si possono avere in corso di salmonellosi (soprattutto tifo e paratifo) e, molto frequentemente, in corso di brucellosi.

Perché i funghi possono causare un'epatite acuta?
Talune specie di funghi velenosi contengono dei composti epatotossici, cioè delle sostanze lesive per il fegato, che causano la morte della cellula epatica. Molto spesso queste sostanze tossiche ingerite anche in piccole dosi possono provocare una distruzione tale del fegato da portare a morte il paziente in poche ore.

Come si presenta un paziente con avvelenamento da funghi?
L'ingestione anche di una piccolissima parte di un fungo velenoso, in particolare di Amanita phalloides, che è quello più diffuso, comporta un quadro clinico che insorge in genere da 6 a 20 ore dopo l'ingestione del fungo stesso. I sintomi sono costituiti da nausea violenta, forti dolori addominali, vomito talora sanguinolento, diarrea e shock, cefalea intensissima a cui seguono generalmente confusione mentale e coma. I pazienti in cui l'evoluzione del quadro clinico è peggiore, e che sono la maggioranza, in genere muoiono entro quattro giorni; i pochi che si salvano guariscono molto lentamente.

È vero che un'anestesia può essere causa di un'epatite acuta?
Sì, anche se in pochi casi, l'anestesia con alotano, che è poi l'anestetico più frequentemente usato, può causare in taluni soggetti una diffusa necrosi epatica, cioè una grave lesione delle cellule epatiche, con morte delle cellule stesse. In genere i pazienti presentano febbre e ittero: quest'ultimo si può notare da 7 a 10 giorni dopo l'anestesia, ma la sua comparsa può avvenire anche precocemente; nausea e vomito possono precedere l'ittereo.

Sintomi malassorbimento

Qual è il segno più frequente di malassorbimento?
Il segno più frequente, anche se non costante, è la diarrea, con emissione di feci abbondanti e di aspetto variabile. In alcuni casi la defecazione è apparentemente normale e soltanto accurate indagini di laboratorio possono rivelare i segni di un'alterata funzione intestinale. Nelle forme di malassorbimento primitivo la diarrea è presente in circa il 92% dei casi, con ampie variazioni del numero delle scariche giornaliere. Inoltre nel 50% dei casi la necessità di scaricarsi può disturbare anche il sonno. L'aspetto delle feci è abbastanza tipico: semiliquide, di colore giallo-chiaro, traslucide per la presenza di grassi, di odore pungente, aderenti al recipiente.

In corso di malassorbimento si perde l'appetito?
L'appetito varia da caso a caso: la mancanza di appetito (anoressia) è frequente, accompagnata talvolta da nausea e più raramente da vomito. In qualche caso si può verificare l'inverso, cioè un appetito eccessivo (iperoressia), con ingestione di abbondanti quantità di cibo, senza per altro che si osservi un vero e proprio aumento di peso.

Il malassorbimento può provocare stomatite e afte?
Sì, le carenze vitaminiche che si manifestano nelle forme avanzate di malassorbimento o in quelle infantili (soprattutto frequenti quelle di vitamina D e del gruppo B) possono causare alterazioni delle mucose con comparsa di glossite, stomatite e afte.

Nel malassorbimento si può avere febbre?
Generalmente no; possono manifestarsi puntate febbrili di scarsa entità o transitorie nelle fasi di riacutizzazione o, in forma più elevata, nei casi in cui il malassorbimento è associato a enteriti o coliti acute infiammatorie batteriche. In questo caso la febbre è dovuta al processo primitivo e non al malassorbimento.

Il malassorbimento può causare disturbi renali?
I segni di carenza (insufficienza) alimentare sono particolarmente presenti nei malassorbimenti infantili e nelle forme adulte di lunga durata. Si possono avere quadri di ipoproteinemia (riduzione del contenuto delle proteine del sangue) con comparsa di edemi, ipocalcemia (diminuzione del contenuto di calcio nel sangue) che può provocare manifestazioni tetaniformi (parestesie, dolori ossei), ipolipemia (diminuzione dei grassi del sangue) e ipogammaglobulinemia. Nel bambino si osservano: alterazioni della crescita (spesso precedono i disturbi intestinali), modificazioni del metabolismo osseo che possono, in taluni casi, provocare osteoporosi e rachitismo.

Una sindrome da malassorbimento si può associare a quadri di pericardite costrittiva o di scompenso congestizio?
Sì, in quanto in queste condizioni è ostacolato il normale flusso della linfa intestinale che viene persa nel lume intestinale. Da ciò risulta, oltre la steatorrea, anche ipoalbuminemia, ipoglobulinemia, linfocitopenia ed allergia cutanea.

domenica 6 aprile 2008

Enterocoliti ascessi intestinali malattie di fegato

Le enterocoliti possono provocare ascessi intestinali?
Alcune forme di enterocoliti, soprattutto quelle ulcerose, possono provocare, per la perforazione di ulcera nel mesentere o in sacche peritoneali, la formazione di ascessi con febbre anche elevata; la loro apertura in organi contigui può provocare la formazione di fistole.

Un soggetto che soffre di colite può subire alterazioni a carico del fegato?
È descritta una discreta associazione tra alcune forme di colite e le malattie di fegato; in particolare nella colite ulcerosa e nel morbo di Crohn è possibile che a causa di un'alterazione del sistema immunitario vengano implicati nella malattia più organi: uno dei bersagli preferiti è il fegato. Rimane da chiarire se venga prima la malattia di fegato o prima la colite; comunque, entrambe le lesioni sono di natura infiammatoria con una componente autoimmune.

Nelle enterocoliti acute si può avere confusione mentale?
Nelle enterocoliti acute con gravi perdite di liquido (diarrea, vomito) le alterazioni dell'equilibrio idroelettrolitico possono causare, soprattutto nei bambini, disturbi neurologici con forti cefalee, convulsioni, e in taluni casi, per effetto delle sostanze tossiche liberate in circolo possono comparire segni di tipo meningeo.

In corso di enterocolite si possono gonfiare le gambe?
Nelle forme più gravi, con imponente diarrea e vomito, si possono formare edemi agli arti inferiori per alterazione dell'equilibrio idroelettrolitico e soprattutto per dispersione di proteine.

Colite in un soggetto anziano

Che significato può avere una colite improvvisa in un soggetto anziano?
In un soggetto anziano, con in atto un processo arteriosclerotico generalizzato, una colite improvvisa con dolore addominale intenso, febbre e diarrea talvolta ematica, deve sempre far pensare a una colite ischemica. Si tratta di una colite acuta, conseguente a scarso afflusso di sangue all'intestino per occlusione trombotica di una delle branche dell'arteria mesenterica inferiore o della vena corrispondente. L'entità della sintomatologia dipende naturalmente dalla grandezza del vaso occluso, dalla durata dell'ischemia e dalla possibilità d'instaurazione di circoli sanguigni collaterali. Oltre a questa evenienza anche nel soggetto anziano vi sono probabilità d'insorgenza di enterocoliti di varia natura.

In corso di colite vi possono essere sintomi extraintestinali?
Sintomi extraintestinali sono frequentemente riscontrati in corso di enterite segmentarla (morbo di Crohn) e di colite ulcerosa. I sintomi extraintestinali di possibile riscontro sono: dolori articolari, con reazione di tipo reumatoide, ma normalmente con negatività del fattore reumatoide; manifestazioni oculari (iriti, congiuntiviti); quadri cutanei di vario tipo con comparsa di esantemi o di eritemi (in taluni casi è stata descritta l'associazione con eritema nodoso). Una spiegazione a questo fenomeno deriva dal fatto che probabilmente in queste condizioni si ha un'alterazione del sistema immunitario che investe diversi apparati, determinando quadri di patologia multisistemica, vale a dire con interessamento di un diverso numero di organi.

Il prurito anale può essere un sintomo d'infestazione parassitaria intestinale?
Il prurito anale e perianale intenso, soprattutto notturno, è il sintomo fondamentale di alcune infestazioni parassitarie. In particolare compare in corso di ossiuriasi, in quanto il parassita, ripieno di uova, si stacca dalla mucosa intestinale, emigra all'esterno dell'ano, specie di notte, vi depone le uova, che restano aderenti alla cute della regione perianale. Con l'aiuto della temperatura e dell'umidità del letto, la maturazione delle uova avviene in circa mezz'ora provocando prurito intenso, tanto che talvolta sono osservabili lesioni da grattamento. Il prurito anale può comparire tuttavia anche in corso di infiammazione emorroidaria o di ragadi anali.

Spasmo rettale colite e emorroidi

In corso di colite si può avere spasmo rettale?
Lo spasmo rettale, definito tenesmo rettale, è un sintomo molto frequente soprattutto nelle forme di colite ulcerosa, che interessano prevalentemente il tratto retto-sigmoideo. Gli spasmi retto-sigmoidei possono provocare fasi di costipazione (stipsi) alternate a fasi di diarrea; il tenesmo viene percepito come sensazione fastidiosa di corpo estraneo nel retto; poiché l'evacuazione è spesso dolorosa la defecazione viene volontariamente inibita, il che aggrava ulteriormente la stipsi. Questa situazione si realizza talvolta nelle fasi precoci della malattia, ed è quella che induce il paziente a sottoporsi a visita medica.

Chi soffre di emorroidi può avere disturbi uguali a quelli che si hanno nelle coliti?
Le emorroidi possono dare disturbi simili a quelli che si osservano nelle coliti. In particolare le emorroidi provocano spasmo dello sfintere anale, con inibizione della defecazione; la defecazione quindi è rallentata, dolorosa e talvolta le feci presentano striature di sangue rosso vivo. Ai fini diagnostici hanno comunque molta importanza la storia del paziente, le modalità d'insorgenza e la durata della stipsi, la sua evoluzione nel tempo; l'esplorazione rettale potrà chiarire un eventuale interessamento emorroidario.

Cosa vuol dire avere la lingua patinosa?
La lingua patinosa con alito cattivo è spesso espressione di intestino pigro, poco funzionante, il che si traduce il più delle volte in costipazione. In passato, questo fenomeno veniva interpretato come dipendente da riassorbimento di tossici intestinali; in realtà ha più senso inquadrarlo come turba neurovegetativa,.

Le malattie della tiroide possono causare disturbi intestinali?
Sì, malattie della tiroide come l'ipotiroidismo e l'ipertiroidismo possono dar quadri similcolitici. La scarsa funzionalità della tiroide (ipotiroidismo), attraverso un meccanismo riflesso, può provocare stati ipotonici e ipocinetici dell'intestino che si traducono in stipsi. In queste caso le singole evacuazioni possono essere separate da lunghi intervalli, però coi emissione di feci molli per il ridotto as sorbimento idrico. Nel caso invece d eccessiva funzionalità della tiroide (iper tiroidismo) si può instaurare diarrea di turbe neurovegetative. In entrambi i casi la patologia intestinale è secondaria, pei cui si risolve correggendo la funzionanti tiroidea, a meno che il quadro si prolunghi fino a causare vere e proprie alterazioni della parete intestinale.

In corso di enterocoliti possono comparire alterazioni ossee?
Quando le enterocoliti sono imponenti oppure hanno un andamento cronico, possono provocare quadri di malassorbimento secondario; vale a dire per alterazioni della mucosa intestinale si realizza un difettoso passaggio di sostanze nutritizie dal lume intestinale all'organismo, in particolare questo vale per l'assorbimento di vitamine liposolubili (D e K), di calcio e di magnesio. Se con il tempo, per questo motivo, il malassorbimento persiste, si instaurano quadri di osteoporosi, con dolori ossei, deformazioni ossee e possibili fratture ossee.

Le coliti possono insorgere dopo prolungate terapie antibiotiche?
Molte coliti batteriche possono insorgere nel corso di protratte terapie antibiotiche a largo spettro, soprattutto se l'antibiotico è assunto per bocca. Questo si verifica in quanto la terapia antibiotica determina squilibri nella composizione della flora batterica del colon, responsabili di sindromi da iperfermentazione o da eccessiva putrefazione. Il quadro che ne deriva, pur in assenza di lesioni organiche del colon, è tipico dell'enterocolite con diarrea, meteorismo e flatulenza.

Dissenteria bacillare e colite ulcerosa

Che cos'è la dissenteria bacillare?
È una grave infezione del colon da bacilli (Shigelle) che provocano una tipica colite acuta, spesso con ampia diffusione epidemica di varia gravità in rapporto ai diversi tipi batterici. La diffusione avviene con le feci di malati, di convalescenti o di portatori sani; la trasmissione, favorita dalle mosche e da scarsa igiene personale, avviene soprattutto per contaminazione idrica o alimentare. Le epidemie, per fortuna non molto frequenti nel nostro paese, sono molto frequenti invece nelle aree tropicali e nelle collettività. Il quadro clinico è spesso a esordio violento con febbre alta e diarrea imponente; soprattutto nei bambini possono comparire sintomi neurologici, come le convulsioni.

Quali sono i fattori che possono causare la colite ulcerosa o idiopatica?
La vera eziologia della colite ulcerosa è ancora sconosciuta; tuttavia sono stati
ipotizzati alcuni fattori responsabili che possono interagire fra loro o che sono implicati in maniera diversa da paziente a paziente. È stata attribuita molta importanza, da un lato, a fenomeni di natura immunologica (questo in seguito a riscontro di autoanticorpi verso la mucosa del colon) e, dall'altro, a fattori psicosomatici. La colite ulcerosa insorge spesso in soggetti con peculiari caratteristiche psichiche (immaturità affettiva, tendenza depressiva ed egocentrica, scarsa adattabilità sociale); l'integrarsi di fenomeni psichici con fattori somatici può provocare vere e proprie lesioni anatomiche. Non è da escludere una predisposizione su base genetica, suggerita dalla non infrequente incidenza di più casi nello stesso nucleo familiare.

Crampi addominali

Che significato hanno i crampi addominali?
Il dolore addominale di tipo crampiforme è spesso causato da iperperistaltismo intestinale (eccessivi movimenti intestinali), dovuto a fenomeni discinetici e spastici, che sono tipici delle enterocoliti qualunque sia la loro natura. In corso di enterocolite comunque il dolore non è isolato, ma è associato a diarrea.

Periodi alterni di diarrea e di stitichezza

Che cosa vuol dire avere periodi alterni di diarrea e di stitichezza?
Avere periodi alterni di stitichezza, o costipazione, e di diarrea vuol dire avere alterate le normali funzioni dell'intestino crasso e del retto. Non necessariamente si tratta di una patologia vera e propria; talvolta è solo un fenomeno legato a turbe di natura psicosomatica, che si risolve spontaneamente o con l'aiuto della psicoterapia. In altri casi, invece, l'alternarsi di stipsi e diarrea è il primo avvisò di una vera lesione intestinale.

Quando un soggetto può dire di avere la diarrea?
La diarrea è caratterizzata da un accelerato transito intestinale con emissione di feci molli, semiliquide o liquide; il numero delle scariche è per lo più superiore alle 1 o 2 giornaliere normali. Un soggetto può quindi dire di avere la diarrea quando il proprio alvo presenta queste caratteristiche. In talune forme di diarrea sono presenti componenti patologiche (sangue, muco, pus, grassi, residui alimentari non digeriti), diverse in rapporto ai fattori che le hanno causate. La diarrea vera va distinta dalla pseudodiarrea, in cui materiale fecale solido, diluito da essudato sieroso o sieromucoso, è evacuato dopo un transito rallentato e non accelerato.

La diarrea può essere di origine psicosomatica?
Alcune forme di diarrea cronica sono di natura psicosomatica; si parla infatti di
diarrea funzionale o colon irritabile. Sono in genere presenti in questi casi segni di labilità neurovegetativa, neuropsichica su sfondo costituzionale. Più grave invece è la componente psicosomatica nel provocare la diarrea in corso di colite ulcerosa. Gli aspetti psicologici più frequentemente riscontrati nei pazienti con colite ulcerosa sono la frustrazione o l'ambivalenza tra l'aspirazione a realizzare un compito e il timore di esserne incapace (per esempio nella donna i conflitti relativi alla maternità); da questi conflitti possono derivare conseguenze somatiche capaci di rendere la mucosa vulnerabile a fattori diversi, che possono poi provocare lesioni anatomiche.

Disturbi intestinali

I soggetti ansiosi hanno più facilmente disturbi intestinali?
I soggetti con instabilità emotiva a tendenza ansiosa sono colpiti più frequentemente di altri da disturbi intestinali; questi disturbi, abbastanza comuni, spesso non riconoscono cause organiche ma dipendono da un'abnorme stimolazione parasimpatica del colon o da eccessiva risposta di questo agli impulsi colinergici. Le espressioni soggettive tipiche sono dolori addominali e turbe dell'alveo con alternarsi di stipsi e diarrea. Fattori psicosomatici possono avere un ruolo anche in quadri di patologia più grave dell'intestino tenue e del retto; per esempio la colite ulcerosa insorge spesso in soggetti con peculiari caratteristiche psichiche (immaturità affettiva, tendenza depressiva ed egocentrica, scarsa adattabilità sociale); turbamenti emotivi possono dare l'avvio alla malattia o provocare recrudescenze. In questi casi si è osservato che la psicoterapia ha spesso effetto favorevole.