martedì 22 aprile 2008

Inibizione motoria e angoscia

Tra le funzioni del sistema nervoso centrale si sono troppo privilegiati il pensiero e la sensazione, a scapito dell'azione. Nel corso dell'evoluzione l'organismo si è strutturato in modo da poter reagire all'ambiente e ciò attraverso l'azione. In tal modo poteva conservare l'omeostasi, o costante condizione di vita interiore secondo il concetto di Claude Bernard, o un costante piacere secondo Sigmund Freud. Quando l'azione è resa impossibile, per via del sistema inibitore e della liberazione di noradrenalina, ACTH e glucorticoidi con il loro influsso vasomotorio, vascolare, metabolico periferico, allora nasce l'angoscia. Ricordiamo le principali circostanze in cui essa compare.

1. Quando la memoria ha fissato nelle sue trame nervose l'esperienza: a) di un avvenimento dannoso, b) di una punizione diretta o indiretta imposta dall'ambiente socioculturale, c) di una punizione a venire per il fatto di aver trasgredito a un divieto, e se questo divieto si oppone a una pulsione tendente a soddisfare un bisogno fondamentale. La pulsione può provenire inoltre da un altro apprendimento, anche socioculturale, da un bisogno acquisito e rinforzato per la gratificazione che risulta dal soddisfarlo.

2. Il secondo meccanismo della genesi dell'angoscia consiste in ciò che noi abbiamo chiamato deficit informazionale. Risulta dall'aver appreso la esistenza di fatti, pericolosi per la sopravvivenza, per l'equilibrio biologico, per il piacere, dovuti alla comparsa di un avvenimento non ancora inserito nel repertorio e pertanto ignoto nei suoi risultati, se dannosi o benefici. Lo shock del futuro entra in questo quadro. Deficit e sovraccarico di informazione hanno lo stesso risultato: inibizione dell'azione, e angoscia.

3. Il terzo meccanismo è l'immaginazione, che prospetta scenari e situazioni di cui non si ha esperienza e pertanto possono suscitare apprensione e angoscia. Quali i mezzi per risolvere l'angoscia? Vi è l'aggressività difensiva, o azione, spesso inefficace. Può precedere o seguire l'inibizione comportamentale. Se seguita da successo, potrà rinforzarsi pervia della gratificazione e del risultato. Altrimenti, per evitare la sottomissione alle regole, ai divieti, con il loro corteo psicosomatico, essendo impossibile la fuga e la lotta, non resta che rifugiarsi nella immaginazione, che può realizzarsi nella religione, nelle tossicomanie, nella creatività, o nella nevrosi.

Piacere e angoscia

Nell'uomo la corteccia cerebrale ha il suo massimo sviluppo nella regione orbito-frontale, centro dell'associazione degli elementi memorizzanti. E in questo centro di ordine mentale possono anche nascere, proprio associando gli elementi memorizzati, le strutture immaginarie, le idee originali, la creatività. Un neonato non può immaginare nulla e l'immaginazione è tanto più ricca quante più cose si sono memorizzate. Attenzione tuttavia agli automatismi acquisiti, che in tal caso ogni originalità si spegne.

Sia nell'uomo che nell'animale vi è un comportamento pulsionale che tende a soddisfare i bisogni biologici e questo avviene attraverso l'ipotalamo, e ad ogni soddisfazione si ha un rinforzo delle azioni biochimiche sottese a questa strategia esistenziale. Queste azioni biochimiche si chiamano sistema delle catecolamine, comprendente 3 ormoni: la dopamina, l'adrenalina e la noradrenalina.
Se l'azione non è ricompensata o è punita, il comportamento è quello della fuga o, se questo è inefficace, della lotta, dell'aggressività difensiva.

Questo comportamento mette in gioco i differenti livelli cerebrali grazie ad un sistema che, essendo situato attorno ai ventricoli cerebrali, viene chiamato paraventricolare, e che è colinergico, teso all'ordine mentale. Se fuga o lotta sono ricompensate, se sono efficaci, hanno cioè esito positivo, la memoria di questo fatto si rinforza e il cervello si comporterà allo stesso modo in circostanze analoghe.

Se l'esito di questo comportamento sarà negativo, non ricompensato, non utile, si avrà una inibizione o estinzione di quel comportamento.

Psiche affettivazione e attenzione autoplastica

Si scava nella psiche. Ormai ci si è accorti che più si scava e più si trova. La psiche non è come la miniera di diamanti che ha la sua fase di esaurimento. A cominciare dal modo di prestare attenzione, un modo importante nella vita, in ogni momento e in ogni istante, perché la vita è una continua attenzione conscia e inconscia.

Ebbene, si possono oggi distinguere due tipi di attenzione, quella alloplastica e quella autoplastica, e se ne può aggiungere una terza che addirittura ha un nome combinato, affettivazione, che come ognun vede è la fusione di affettiva attenzione.

L'alloplastica è l'attenzione che si prefigge una costante analisi concettuale come se ognuno di noi diventasse il filtro della ragione, per cui l'irragionevole, l'aleatorio, il banalismo, lo stereotipo, il gratuito non passa. È l'attenzione della ragione, si potrebbe dire in termine asciutto. È quella che si dovrebbe avere in funzione nei momenti cruciali della vita, quando le decisioni sono determinanti.

L'attenzione autoplastica è più larga di interessi perché è l'attenzione immaginativa, che spazia subito da ciò che si sta vedendo o ascoltando, che capta l'attenzione all'intero cosmo, all'Io, alla fantasia, alla fusione di cose lontane e viste e udite, in perfetto accordo (quel che si dice sinestesia, vedere con le orecchie e sentire con gli occhi, e toccare con la mente, amare con la speranza).

Questa attenzione autoplastica è o dovrebbe essere quella dello studente, dell'artista, del letterato o del politico, che fa un comizio o si intrattiene in un'ambita intervista. Devono saper captare il suono di tutti gli strumenti.

E si giunge così alla affettivazione, cioè alla fusione affettiva-attenzione, che è bicorde: vi è un orecchio disponibile, ma è un filtro che arena le cose scontate, i toni usuali, le consuetudini ritmate dei mass media e tuttavia l'affetto schiude l'opimo eden dei sentimenti.
In conclusione, si potrebbe d'ora innanzi qualificare l'attenzione, avere un giudizio più esatto dei comportamenti e dei rapporti umani.

Si può distinguere l'attenzione alloplastica o della ragione, che lascia freddi e compassati e stretti alle cose, l'attenzione autoplastica che integra l'Io nei fatti, ne estrae nozioni anche creative ed originali, e l'affettivazione che è la più vicina ai sentimenti d'amore.

Situazione di stress

Quando la pressione dell'ambiente provoca una modificazione drastica del «modo di agire» dell'individuo, parliamo di situazione di stress. Di fronte al pericolo, sotto un bombardamento aereo, un individuo può cadere in uno stato di apatia, di eccitazione e presentare alterazioni varie del comportamento.

Sotto stress subentrano cioè alterazioni varie del comportamento, che possono giungere sino a rigidità, ripetizioni di atteggiamenti ed altre anormalità di condotta. La situazione di stress, soprattutto quando perdura a lungo, può avere importanti conseguenze. L'individuo molto spesso non sa resistere a lungo di fronte ad una situazione emozionale sconvolgente.

Può reagire con comportamenti patologici che col tempo tendono a persistere, o può manifestare i segni di una malattia psichica preesistente, ma latente, che lo stress ha fatto precipitare.
Ogni uomo è più o meno abile ad uscire da una

Processo di maturazione processo maturativo psicologia

L'uomo non nasce compiuto in ogni sua capacità funzionale, e ciò vale in particolare sul piano psichico. Il neonato ha bisogno di essere a lungo assistito e gradualmente evolve poi verso l'autonomia, verso un comportamento più ricco e versatile, sino all'epoca adulta. Attraverso sequenze di sviluppo si originano nuovi atteggiamenti, compaiono una maggiore sicurezza e più precise finalità: il perfezionarsi della manipolazione degli oggetti, il linguaggio, il rapporto sociale più compiuto. Il processo maturativo ha un'importanza fondamentale nei confronti della salute dell'individuo.

Il passaggio da un rapporto madre-bambino ad un interesse sessuale per altri oggetti, sino alla crisi puberale ed adolescenziale, lo sviluppo di nuove modalità di conoscenza, la formazione di un linguaggio articolato, il manifestarsi di capacità simboliche, la sempre più ampia socializzazione nel gioco e nella scuola, sono gli elementi e le tappe del processo maturativo del bambino e del fanciullo; segue lo sviluppo di interessi eterosessuali, il manifestarsi del bisogno di vita sociale, di intimità, di amicizia; e, con la pubertà, la adolescenza, la giovinezza, la maturazione si completa più lentamente attraverso l'aumento delle esperienze, dei rapporti interpersonali, delle attività simboliche.

Si può dire che ogni autore sottolinei un particolare aspetto di questo importantissimo processo maturativo: H.S. Sullivan pone in primo piano la difesa contro l'angoscia e la ricerca del successo come fonte di soddisfazione, E. Fromm sottolinea la tendenza alla soddisfazione sessuale, attraverso un amore maturo, C. G. Jung parla di processo di individuazione come conoscenza ed accettazione dell'inconscio e raggiungimento, attraverso il processo educativo e socializzante, della pienezza dell'essere.

E' certo che la psicologia attuale ha posto alla ribalta il processo maturativo come fattore fondamentale per la salute ed il benessere dell'uomo. Per molti anni si è posto in primo piano il fatto che l'uomo sarebbe diretto e dominato da pulsioni istintuali, da istinti. Negli anni trenta lo psicologo scozzese-americano McDougall elaborò una dottrina scientifica che ebbe largo successo. L'organismo umano come quello animale, egli diceva, ha un suo finalismo istintuale e tutto il comportamento umano è dettato, alla sua origine, dagli istinti.

Dopo un'eclissi di parecchi anni la dottrina degli istinti è stata ripresa di recente da vari autori; si ammette che esistano cioè pulsioni istintuali, che C. Burt considera come tendenze ereditarie, K. Lorenz come azioni istintive. La concezione istintuale recente si ricollega alle prospettive già accennate dell'ereditarietà. E Lorenz, che presso l'Istituto della psicologia del comportamento di Monaco ha studiato a lungo la vita degli animali, parla di atti coordinati ereditari che vengono successivamente ampliati nel corso dell'esperienza, attraverso la generalizzazione ed altri meccanismi. È evidente, ad esempio, che l'istinto sessuale, fra i più tipici e caratterizzati, assume profili diversi nelle diverse età dell'uomo e presenta profonde implicazioni e rapporti col mondo psichico del soggetto e le sue esperienze.

Ricerche sui gemelli fondamenta genetiche

Che la persona umana abbia fondamenta genetiche, ereditarie, anche nei riguardi delle funzioni psichiche, è dimostrato, d'altra parte, dalle ricerche sui gemelli che provengono dallo stesso uovo (gemelli uniovulari) e che appaiono sostanzialmente identici.

Questi gemelli che, in relazione alla comune origine, hanno lo stesso patrimonio di geni, presentano grandi concordanze, se non identità, nelle funzioni psichiche superiori e, spesso, grandi analogie di comportamento sino dalle prime epoche di vita, ed anche in tempi successivi, se sono vissuti nelle stesse condizioni ambientali.

E i rapporti che si definiscono tra i gemelli stessi (specie tra i gemelli uniovulari) e fra essi ed i genitori sono delicati proprio per questa peculiare situazione (da cui, tendenze imitative o rivalità tra i gemelli, dominanza di un gemello sull'altro, gelosia nei confronti dei genitori ed altri problemi).

Quali qualità psichiche sono ereditabili? Si sono notate trasmissioni ereditarie di qualità intellettuali, in particolare delle capacità matematiche e delle capacità musicali, ma si è messo anche in rilievo come possano essere ereditate, non di rado, le caratteristiche affettive ed emozionali. Nell'ambito della patologia psichica, si rileva come la personalità schizoide, la schizorenia, la psicosi maniaco-depressiva, l'epilessia, alcune forme di frenastenia presentino una incidenza familiare elevata. E nel campo delle diffuse nevrosi si ammette una predisposizione ereditaria.

Lo stesso rilievo generale può farsi per l'asocialità e la criminalità, come provano altre ricerche sui gemelli, che dimostrano evidenti analogie. Un comportamento criminale si è avuto nei gemelli uniovulari, nel 70 per cento dei casi, nei gemelli provenienti da uova diverse, biovulari, nel 30 per cento dei casi; così, se uno dei gemelli era in carcere, l'altro era criminale in almeno il 60 per cento dei casi.