martedì 22 aprile 2008

Processo di maturazione processo maturativo psicologia

L'uomo non nasce compiuto in ogni sua capacità funzionale, e ciò vale in particolare sul piano psichico. Il neonato ha bisogno di essere a lungo assistito e gradualmente evolve poi verso l'autonomia, verso un comportamento più ricco e versatile, sino all'epoca adulta. Attraverso sequenze di sviluppo si originano nuovi atteggiamenti, compaiono una maggiore sicurezza e più precise finalità: il perfezionarsi della manipolazione degli oggetti, il linguaggio, il rapporto sociale più compiuto. Il processo maturativo ha un'importanza fondamentale nei confronti della salute dell'individuo.

Il passaggio da un rapporto madre-bambino ad un interesse sessuale per altri oggetti, sino alla crisi puberale ed adolescenziale, lo sviluppo di nuove modalità di conoscenza, la formazione di un linguaggio articolato, il manifestarsi di capacità simboliche, la sempre più ampia socializzazione nel gioco e nella scuola, sono gli elementi e le tappe del processo maturativo del bambino e del fanciullo; segue lo sviluppo di interessi eterosessuali, il manifestarsi del bisogno di vita sociale, di intimità, di amicizia; e, con la pubertà, la adolescenza, la giovinezza, la maturazione si completa più lentamente attraverso l'aumento delle esperienze, dei rapporti interpersonali, delle attività simboliche.

Si può dire che ogni autore sottolinei un particolare aspetto di questo importantissimo processo maturativo: H.S. Sullivan pone in primo piano la difesa contro l'angoscia e la ricerca del successo come fonte di soddisfazione, E. Fromm sottolinea la tendenza alla soddisfazione sessuale, attraverso un amore maturo, C. G. Jung parla di processo di individuazione come conoscenza ed accettazione dell'inconscio e raggiungimento, attraverso il processo educativo e socializzante, della pienezza dell'essere.

E' certo che la psicologia attuale ha posto alla ribalta il processo maturativo come fattore fondamentale per la salute ed il benessere dell'uomo. Per molti anni si è posto in primo piano il fatto che l'uomo sarebbe diretto e dominato da pulsioni istintuali, da istinti. Negli anni trenta lo psicologo scozzese-americano McDougall elaborò una dottrina scientifica che ebbe largo successo. L'organismo umano come quello animale, egli diceva, ha un suo finalismo istintuale e tutto il comportamento umano è dettato, alla sua origine, dagli istinti.

Dopo un'eclissi di parecchi anni la dottrina degli istinti è stata ripresa di recente da vari autori; si ammette che esistano cioè pulsioni istintuali, che C. Burt considera come tendenze ereditarie, K. Lorenz come azioni istintive. La concezione istintuale recente si ricollega alle prospettive già accennate dell'ereditarietà. E Lorenz, che presso l'Istituto della psicologia del comportamento di Monaco ha studiato a lungo la vita degli animali, parla di atti coordinati ereditari che vengono successivamente ampliati nel corso dell'esperienza, attraverso la generalizzazione ed altri meccanismi. È evidente, ad esempio, che l'istinto sessuale, fra i più tipici e caratterizzati, assume profili diversi nelle diverse età dell'uomo e presenta profonde implicazioni e rapporti col mondo psichico del soggetto e le sue esperienze.