lunedì 28 aprile 2008

1967 l primo trapianto di cuore

Fino al 1968 la chirurgia dei trapianti viene considerata in fase pionieristica; dopo quell'anno c'è un vero e proprio «boom» dei trapianti d'organo, mentre viene delineandosi e consolidandosi fin dall'inizio un'impostazione interdisciplinare della loro preparazione ed esecuzione, nel senso che immunologo, specialista d'organo (il nefrólogo nel caso del rene, il cardiologo nel caso del cuore), chirurgo e anestesista collaborano strettamente, nello studio prima e poi nell'assistenza del paziente.

La realtà dei trapianti d'organo entrò in maniera spettacolare nelle case di tutti dopo che nella notte fra il due e il tre dicembre 1967 il cardiochirurgo Christian Barnard eseguì a Città del Capo il primo trapianto di cuore. Accanto alla enorme portata emotiva dell'evento, colpi fin dall'inizio l'opinione pubblica quanto vi era di azzardato e di aleatorio in quell'atto chirurgico: la sfida non era di ordine tecnico, era di ordine biologico. Per quanto il chirurgo e i suoi collaboratori si impegnino fin dall'inizio, per la buona riuscita del trapianto, a individuare l'organo dalle caratteristiche biologiche più compatibili con l'organismo del ricevente, il loro sforzo durante il decorso post-operatorio e durante tutto il dopo intervento (quindi anche quando il trapiantato è rientrato a casa e ha ripreso la sua vita) consiste nel contrastare la reazione di rigetto.