mercoledì 16 aprile 2008

la fatica

Quando l'attività lavorativa si è particolar­mente protratta e si sono spese molte energie, si può accusare una sensazione di fatica, loca­lizzata ad una certa regione muscolare o gene­ralizzata, che impone all'organismo un più lungo riposo: quello che intercorre, appunto, tra una giornata lavorativa e l'altra e che inclu­de il sonno. Vi sono però casi in cui la stanchez­za non scompare neppure con il riposo notturno, e la nuova giornata vede l'uomo iniziare la sua attività ancora affaticato. Giorno dopo giorno si verificherà un accumu­lo crescente di stanchezza, una sorta di vero e proprio esaurimento caratterizzato non solo da un calo di rendimento ma anche da sensa­zioni di malessere generale, di repulsione per il lavoro, di desiderio di dormire. Tale condizio­ne indubbiamente patologica richiede spe­cifiche misure sull'uomo (adeguato riposo) e sulle condizioni lavorative (riduzione del cari­co di lavoro). La fatica quindi è una conse­guenza di modificazioni biologiche locali che finiscono con l'interessare poi, progressiva­mente, l'intero organismo. Non va ignorato, tuttavia, che la fatica non è sempre e solo conseguenza di un superlavoro di un apparato o dell'intero organismo, ma può essere indotta o accentuata da fattori psi­cologici.