mercoledì 16 aprile 2008

I rischi professionali imprenditori lavoratori

La gravità del fenomeno infortunistico pone molti problemi non solo agli imprenditori ed ai lavoratori, ma all'intera collettività, poiché un 'organica opera di prevenzione presuppone sia l'attuazione di misure di igiene e sicurezza nell'ambiente di lavoro, sia la promozione di iniziative fuori dall'azienda, tipo l'addestramento professionale, la creazione di servizi socio-sanitari, la realizzazione di una adeguata rete di trasporti pubblici e via dicendo. In ogni caso l'elaborazione di un programma contro gli infortuni e le tecnopatie richiede la conoscenza delle cause di questi eventi lesivi, cosa non sempre facile: può succedere infatti di ritenere come reali cause solo occasionali. In altre parole, la lettura di certi dati statistici può non solo non dare un quadro esatto della realtà, ma addirittura portare fuori strada. Sapere, ad esempio, che un certo numero di infortuni è dovuto alla caduta di un lavoratore da una scala non basta: occorre conoscere se quell'evento dipende da un malore dell'operaio o dalla rottura di un piolo già incrinato poiché, a seconda dei casi, ovviamente, le misure da prendere sono assai differenti. Sapere che gli infortuni avvengono più frequentemente in un certo mese o a una certa ora, non è sufficiente: è necessario avere le notizie relative alla temperatura non di quel mese ma dell'azienda dove l'incidente è avvenuto e informarsi se in quella certa ora della giornata è più o meno frequente il lavoro straordinario. È proprio a causa della difficoltà di definire con una certa sicurezza le cause del fenomeno infortunistico che vi è sempre stata una certa polemica fra lavoratori ed imprenditori a proposito di responsabilità. I primi accusavano i secondi di subordinare le leggi di igiene e sicurezza a quelle del profitto, mentre questi accusavano quelli di colpevole disattenzione. Oggi però la scienza ha finito per dimostrare false sia le teorie che addebitavano la maggior parte degli infortuni ad una sorta di predisposizione congenita all'incidente di taluni operai, sia quelle che attribuivano massima importanza al fattore umano, considerato come una particolare condizione individuale che, turbando il corretto equilibrio psico-fisico, poteva mettere il lavoratore in una condizione di maggior esposizione al rischio. Teorie che, nell'uno e nell'altro caso, cercavano di sminuire l'importanza dei fattori tecnici, delle macchine insicure, degli ambienti scarsamente igienici, di una legislazione antinfortunistica inadeguata e mal applicata, del mancato rispetto della fisiologia e della psicologia umana.