martedì 22 aprile 2008

Intelligenza e capacità intellettuali

L'efficienza mentale, le capacità intellettuali, le attitudini della persona sono spesso indicate con la parola intelligenza che implica, in realtà, un concetto non molto chiaro e, in un certo senso, superato. Sarà più opportuno approfondire il tema, per precisarne i limiti e le caratteristiche, avvertendo che oggi si tende a dare una interpretazione dinamica dell'intelligenza, che è intesa come un impegno globale psichico che da una strutturazione iniziale arriva ad un apprezzamento, ad una risposta, ad una soluzione.

La mente agisce attraverso la scelta e l'interpretazione di dati e questa interpretazione si verifica attraverso il collegamento logico, razionale degli elementi percepiti. Il processo è spesso graduale, attraverso generalizzazioni ed integrazioni, che portano alla formazione di concetti, secondo la potenzialità psichica individuale. Ma possono anche verificarsi fenomeni rapidi di riorganizzazione del materiale per cui una improvvisa comprensione e presa di coscienza della situazione porta alla creazione psichica di unità superiori, alla formulazione di prospettive più generali e comprensive.

Gli psicologi hanno particolarmente sottolineato questo fenomeno per cui il processo mentale non si sviluppa per stadi, per «prove ed errori», ma si realizza, improvviso e simultaneo, come avviene, ad esempio, nella subitanea illuminazione dell'inventore.
Le modalità operative della cosiddetta intelligenza potranno essere meglio delucidate dal progresso delle ricerche di varie branche della psicologia (psico-fisiologia, cibernetica, biochimica cerebrale, ecc.); tipico dell'attività psichica è di saper simbolizzare, imitare la realtà; la capacità di costruire adeguati modelli di pensiero costituisce la comune intelligenza. Si considera, per definire il livello di intelligenza, il cosiddetto Q.I. (quoziente di intelligenza) il cui uso si è largamente diffuso in psicologia scolastica ed in psicologia del lavoro; e che viene, a sua volta, suddiviso in diversi indici.

La identificazione dei diversi «fattori» che costituiscono le funzioni mentali superiori ha portato a indicare attitudini mentali primarie come la rapidità percettiva, la comprensione verbale, la scioltezza verbale, l'abilità aritmetica, la rappresentazione spaziale, il ragionamento induttivo, la memoria. Si sono sviluppati dei profdi intellettuali, sulla scorta dei risultati di reattivi diversi, che permettono di fare un quadro plausibile della struttura dell'intelligenza di un soggetto, delle sue doti attitudinali. Ma queste qualità mentali non possono essere disgiunte da altre caratteristiche della persona. Il livello mentale individuale, infatti, è correlato ad altri fattori psichici; così, ad esempio, un grado elevato di intelligenza è risultato associato spesso ad un equilibrio emotivo e ad un notevole grado di salute fisica per bambini con un quoziente di intelligenza superiore a 140.

Negli ultimi decenni si è sottolineata l'importanza di un pensiero produttivo, di una intelligenza creativa. Si osserva che occorre coltivare quella attività psichica che porta ad atteggiamenti originali, a nuove prospettive, previsioni, soluzioni. Il pensiero produttivo è caratterizzato da una intensa spinta motivazionale del soggetto e si sviluppa precocemente nell'età infantile e nella fanciullezza, raggiunge un suo massimo intorno ai vent'anni, poi diminuisce se non viene attivamente coltivato; sulla intelligenza produttiva influiscono notevolmente le condizioni ambientali (una situazione familiare stimolante, un livello di cultura buono, una adeguata emulazione, ecc.).

L'interesse per l'intelligenza produttiva, che oggi si cerca per diverse vie di incoraggiare, è connesso alla meta sociale del successo della comunità; l'intelligenza produttiva è definita «l'insieme delle funzioni psichiche superiori che assicurano il successo ed il prestigio in una determinata cultura».