lunedì 28 aprile 2008

Cheloidi

Quando un organismo subisce un trauma che comporta una ferita con o senza perdita di sostanza si instaurano complessi fenomeni che conducono alla riparazione completa della lesione con il formarsi della cicatrice. Le tappe attraverso le quali si giunge alla cicatrice sono simili a quelle delle infiammazioni: da principio si ha un aumento di apporto sanguigno con neoformazioni vascolari che favoriscono l'ossigenazione dei tessuti e l'asportazione delle parti necrotiche estranee con gli elementi della serie bianca e i macrofagi.

Segue a questa prima fase la vera riparazione con la costituzione di un nuovo tessuto, detto di granulazione, che è molto ricco di cellule e vasi sanguigni; con il passare del tempo alle cellule si sostituisce il tessuto connettivale ricco di fibre collagene, ma non elastiche, che alla fine caratterizza il tessuto cicatriziale. Quando la cicatrice è giovane si presenta rossa o rosa perché sono ancora presenti vasi sanguigni, che man mano scompaiono determinando la cicatrice stabilizzata bianca, più o meno retraente.

Il buon esito cicatriziale dipende da molti fattori: dalle condizioni generali del paziente, dalla lesione da riparare e anche dalla corretta terapia instaurata dal chirurgo.
In alcuni individui particolarmente reattivi, il processo di riparazione cicatriziale può essere molto violento e condurre alla formazione di cicatrici ipertrofiche o cheloidi. Questi si manifestano come tumefazioni cordoniformi, a volte con ramificazioni a forma di granchio (da cui il nome), ricoperte da un sottile strato epidermico liscio. E nota la straordinaria frequenza di insorgenza dei cheloidi sulle lesioni da ustione o causticazione; essi possono porre seri problemi estetico-funzionali di non facile soluzione.

Tuttavia prima di dire che una cicatrice si è trasformata in un cheloide bisogna lasciar trascorrere almeno sei mesi. Il loro trattamento è spesso combinato e si avvale dell'opera del chirurgo plastico, che li asporta o risutura nel modo più congruo, e del dermatologo che con opportuni trattamenti antireattivi fa in modo che non si riformino.