martedì 22 aprile 2008

corpo mente psicanalisi psiche

È evidente che in questo concetto di una individualità umana strettamente integrata, secondo le idee che furono diffuse da fisiologi e psicologi illustri, non vi è posto per un dualismo tra psiche e organismo, tra mente e corpo. In realtà, non solo corpo e psiche sono obiettivamente inscindibili, ma anche individualità umana e ambiente e tempo in cui la persona vive, sono un tutto fortemente integrato e che occorre considerare nella sua interezza.

Questa individualità umana immersa nello spazio e nel tempo, fatta di un tutto (psiche-organismo) interreagente, è illuminata dalla luce della coscienza. E anche questo «essere presenti a se stessi» è strettamente correlato ad una funzionalità cerebrale normale. Può bastare un transitorio turbamento della circolazione cerebrale per provocare una perdita di coscienza. Ad esempio, una ragazza che si è sottoposta ad un salasso come donatrice di sangue, mentre corre per arrivare in tempo all'ufficio, improvvisamente si sente mancare, sviene e cade a terra.

Ma la coscienza non irradia la sua luce su tutto ciò che è individualità umana. Si ha scarsa nozione, sin che si è sani, delle proprie funzioni organiche, si possono compiere certi atti cui si è abituati senza uno stretto controllo cosciente (ad esempio, l'esperto autista guida automaticamente, innestando le marce e muovendo i piedi sulla pedaliera, mentre lascia correre il pensiero a come trascorrerà il prossimo week-end).

Ma ciò non avviene solo nei confronti di attività automatizzate, in cui interviene il meccanismo dei riflessi condizionati, di cui si è parlato altrove; anche attività spontanee della psiche possono svolgersi ad un livello inferiore, per così dire, a quello del conscio. E la psicanalisi ha dedicato molte ricerche a queste supposte attività inconsce e subconsce della psiche.