domenica 6 aprile 2008
Che cos'è la colite?
La colite è un'infiammazione del colon, che è la porzione più lunga dell'intestino crasso. Quest'ultimo ha due funzioni fondamentali: modifica le caratteristiche chimico-fisiche delle sostanze già in parte elaborate nello stomaco; regola il transito di tali sostanze lungo l'intestino e inoltre l'evacuazione delle feci. Queste funzioni si realizzano grazie alle attività assorbenti, secretorie e motorie dell'intestino stesso. Modificazioni di queste attività dovute a cause di varia natura possono provocare quadri di colite, che talvolta sono associati o secondari a enteriti. L'intestino crasso è dotato anche di una flora batterica, cioè di batteri che hanno la funzione di digerire e degradare i residui proteici degli alimenti. Un'esaltazione o un impoverimento della flora batterica può causare alterazioni delle normali funzioni.
Che cos'è l'enterite?
L'enterite è una infiammazione dell'intestino tenue, provocata da varie cause e con un andamento clinico che può essere acuto, subacuto o cronico. Data la lunghezza dell'intestino tenue, circa tre metri nell'uomo, e date le sue funzioni, digestione e assorbimento, è molto facile che si instaurino dei processi flogistici a carico della mucosa intestinale, che si traducono clinicamente in quadri caratterizzati da dolori addominali, nausea, vomito e diarrea.
sabato 5 aprile 2008
Stati infiammatori dell'esofago
Gli stati infiammatori dell'esofago hanno un valore clinico abbastanza limitato: il più delle volte si manifestano nel corso di altre malattie di carattere generale (di tipo infettivo) oppure sono una conseguenza di lesioni esofagee. Secondo il decorso si distinguono in esofagiti acute (catarrali e flemmose) e in esofagiti croniche conseguenti generalmente a gravi lesioni esofagee locali. Le varie forme di infiammazioni intestinali hanno una duplice causa: generale, legata cioè alla presenza di malattie sistemiche, come il tifo, l'amebiasi ecc., oppure locale, legata ad alterazioni del contenuto intestinale, come sostanze tossiche irritanti (alimenti guasti, mercurio, fosforo), batteri. I processi infiammatori possono interessare contemporaneamente tutto il canale intestinale (enterocoliti), talvolta con interessamento dello stomaco (gastroenteriti), oppure colpire singoli segmenti dell'intestino, come il duodeno (duodeniti), il tenue (enteriti), il colon (coliti), il sigma (sigmoiditi), il retto (proctiti). Una malattia del sistema gastrointestinale che, insieme all'infarto e all'ipertensione, detiene la scomoda fama di « malattia della civiltà » è l'ulcera gastroduodenale, una forma morbosa che colpisce milioni di individui. La malattia si manifesta con crisi dolorose che presentano una determinata periodicità: l'ammalato soffre per i dolori dieci-quindici giorni consecutivi, poi si ha un periodo, della durata anche di diversi mesi, in cui non si ha nessun sintomo e il paziente vive, anzi, in pieno benessere. Anche durante la giornata il dolore manifesta una periodicità determinata: compare 1-2 ore dopo i pasti, presenta un'intensità variabile, dà la sensazione di un crampo, di un movimento di torsione dello stomaco. Il dolore si avverte all'altezza dello stomaco, con un'estensione verso il margine costale di sinistra. In taluni casi il dolore si sente anche presso il centro della schiena. Si può anche associare un vomito acido che fa scomparire gli attacchi dolorosi.
La diagnosi dell'ulcera gastroduodenale si basa soprattutto sull'uso della radioscopia, della radiografia, della gastroscopia, della gastroscopia bioptica, cioè l'esame radioscopico associato al prelievo di un frammento della mucosa dello stomaco o del duodeno, dell'endoscopia a fibre ottiche, con cui è possibile indagare qualsiasi anfrattuosita dello stomaco e dell'intestino. Dal punto di vista radiologico l'ulcera gastroduodenale appare come una « nicchia » che forma
una sporgenza sui contorno dello stomaco e del duodeno. La cura dell'ulcera è medica e chirurgica. Se diagnosticata in tempo può essere curata con pieno successo. Il canale intestinale rappresenta spesso la sede di numerosi parassiti che provocano diverse forme morbose (parassitosi): i sintomi più comuni sono costituiti da feci frequenti, di aspetto pastoso e di odore fetido, con dolori addominali del tipo a cintura. Si possono anche avere perdita di appetito e nausea. La ricerca dei parassiti si effettua in laboratorio, su feci fresche, e deve essere ripetuta per molti giorni consecutivi: i parassiti sono del tipo più diverso e vanno dall'ameba dissenterica alle giardie, ascaridi, ossiuri, tricocefali, anchilostomi, Trichomonas e così via. Talvolta l'esame può mettere in evidenza la presenza di salmonelle, e le manifestazioni diarroiche allora sono considerate come la manifestazione di una salmonellosi. In questo caso è bene escludere in maniera rigorosa l'eventuale esistenza di una infezione tifoidea, effettuando esami specifici del tipo dell'emocoltura (coltivazione del sangue in un apposito terreno di coltura) e della siero-diagnosi. Data poi la struttura tubulare dell'intestino vi si possono verificare fenomeni di occlusione, ossia di chiusura, con conseguenze molto gravi.
La diagnosi dell'ulcera gastroduodenale si basa soprattutto sull'uso della radioscopia, della radiografia, della gastroscopia, della gastroscopia bioptica, cioè l'esame radioscopico associato al prelievo di un frammento della mucosa dello stomaco o del duodeno, dell'endoscopia a fibre ottiche, con cui è possibile indagare qualsiasi anfrattuosita dello stomaco e dell'intestino. Dal punto di vista radiologico l'ulcera gastroduodenale appare come una « nicchia » che forma
una sporgenza sui contorno dello stomaco e del duodeno. La cura dell'ulcera è medica e chirurgica. Se diagnosticata in tempo può essere curata con pieno successo. Il canale intestinale rappresenta spesso la sede di numerosi parassiti che provocano diverse forme morbose (parassitosi): i sintomi più comuni sono costituiti da feci frequenti, di aspetto pastoso e di odore fetido, con dolori addominali del tipo a cintura. Si possono anche avere perdita di appetito e nausea. La ricerca dei parassiti si effettua in laboratorio, su feci fresche, e deve essere ripetuta per molti giorni consecutivi: i parassiti sono del tipo più diverso e vanno dall'ameba dissenterica alle giardie, ascaridi, ossiuri, tricocefali, anchilostomi, Trichomonas e così via. Talvolta l'esame può mettere in evidenza la presenza di salmonelle, e le manifestazioni diarroiche allora sono considerate come la manifestazione di una salmonellosi. In questo caso è bene escludere in maniera rigorosa l'eventuale esistenza di una infezione tifoidea, effettuando esami specifici del tipo dell'emocoltura (coltivazione del sangue in un apposito terreno di coltura) e della siero-diagnosi. Data poi la struttura tubulare dell'intestino vi si possono verificare fenomeni di occlusione, ossia di chiusura, con conseguenze molto gravi.
Malattie polmone terapia chirurgica
Quali sono le malattie del polmone che possono beneficiare della terapia chirurgica?
Tra le principali indicazioni all'intervento si deve annoverare il cancro del polmone, purché esso non abbia dato metastasi in altri settori dell'organismo e purché venga diagnosticato in tempo, vale a dire non ancora esteso ampiamente al polmone e alle vie bronchiali. Infatti dal punto di vista terapeutico il problema del cancro è esclusivamente un problema di diagnosi tempestiva: solo in tale circostanza l'asportazione del tumore o dell'organo ammalato garantisce la guarigione o, meglio, la sopravvivenza del paziente per un periodo discretamente lungo (viene calcolata una durata media della vita di 5 anni dopo intervento di exeresi per ecoplasia polmonare). Anche nel caso di tumori benigni l'intervento di exeresi trova il suo campo di applicazione: in questi casi anzi l'intervento porta alla guarigione del paziente.
Tra le principali indicazioni all'intervento si deve annoverare il cancro del polmone, purché esso non abbia dato metastasi in altri settori dell'organismo e purché venga diagnosticato in tempo, vale a dire non ancora esteso ampiamente al polmone e alle vie bronchiali. Infatti dal punto di vista terapeutico il problema del cancro è esclusivamente un problema di diagnosi tempestiva: solo in tale circostanza l'asportazione del tumore o dell'organo ammalato garantisce la guarigione o, meglio, la sopravvivenza del paziente per un periodo discretamente lungo (viene calcolata una durata media della vita di 5 anni dopo intervento di exeresi per ecoplasia polmonare). Anche nel caso di tumori benigni l'intervento di exeresi trova il suo campo di applicazione: in questi casi anzi l'intervento porta alla guarigione del paziente.
Costituzione lobi polmonari chirurgia polmonare
Come è costituito ciascun lobo del polmone?
Il diffondersi della chirurgia polmonare ha indotto a studiare in modo più profondo l'anatomia del polmone e così si è potuta dimostrare la suddivisione di ogni lobo in unità indipendenti per struttura e funzioni, chiamate segmenti polmonari. Tali segmenti si presentano in numero pressoché costante e in forma di piramidi triangolari o quadrangolari, con la base alla superficie pleurica e con l'apice all'ilo polmonare, mentre le facce laterali di ciascun segmento collimano con quelle dei segmenti vicini e si affacciano alle scissure interlobari. Data la loro autonomia, anche tali segmenti possono essere asportati singolarmente: l'intervento si chiama segmentectomia. I segmenti polmonari sono dieci nel polmone destro e otto nel polmone sinistro per la fusione di quattro segmenti in due.
Il diffondersi della chirurgia polmonare ha indotto a studiare in modo più profondo l'anatomia del polmone e così si è potuta dimostrare la suddivisione di ogni lobo in unità indipendenti per struttura e funzioni, chiamate segmenti polmonari. Tali segmenti si presentano in numero pressoché costante e in forma di piramidi triangolari o quadrangolari, con la base alla superficie pleurica e con l'apice all'ilo polmonare, mentre le facce laterali di ciascun segmento collimano con quelle dei segmenti vicini e si affacciano alle scissure interlobari. Data la loro autonomia, anche tali segmenti possono essere asportati singolarmente: l'intervento si chiama segmentectomia. I segmenti polmonari sono dieci nel polmone destro e otto nel polmone sinistro per la fusione di quattro segmenti in due.
Tubercolosi infezione tubercolare
Cos'è tubercolosi?
La tubercolosi è una malattia infettiva, contagiosa per l'uomo e per vari animali, dovuta alla penetrazione nell'organismo del Mycobacterium tuberculosis, detto anche bacillo di Koch dal nome del suo scopritore, Robert Koch, che lo isolò e lo descrisse ufficialmente il 24 marzo del 1882.
Che caratteristiche ha il bacillo di Koch?
Il bacillo di Koch è stato classificato nel 1957 nella classe degli Schizomiceti e nell'ordine degli Attinomicetali; ha la forma di bastoncello ad estremità arrotondate, lungo da 1,5 a 4 micron e largo 0,3-0,5 micron. Il bacillo è avvolto da una membrana di sostanza cerea, che gli dà particolare resistenza agli agenti fisici e chimici. È aerobio obbligato (ha bisogno dell'ossigeno per vivere), con condizioni ottimali di sviluppo alla temperatura di 37-38 °C e a pH (ossia l'acidità del mezzo) di 6,8-7.
Quali sono le varietà del bacillo di Koch che possono interessare l'uomo?
Numerose sono le varietà esistenti del bacillo di Koch, ma quelle che possono interessare l'uomo sono la varietà umana, che oggi è responsabile della maggior parte delle forme tubercolari, e la varietà bovina che è attualmente solo eccezionalmente patogena per l'uomo.
Quali sono le possibilità di vita del bacillo della tubercolosi?
Il bacillo di Koch può sopravvivere al buio per mesi o anni; tuttavia esso è molto sensibile alla luce solare: infatti è possibile affermare che la luce solare diretta uccide il bacillo tubercolare in pochi minuti, ma che alla luce dei paesi del nord può sopravvivere per più di 5 ore. Nei paesi tropicali dove la malattia si diffonde probabilmente di notte o nelle case buie, l'uso diretto della luce solare e un metodo utile per uccidere i bacilli. Naturalmente il bacillo di Koch può essere ucciso rapidamente in 5 minuti alla temperatura di 70 °C.
Come si trasmette all'uomo l'infezione tubercolare?
La sorgente d'infezione più comune è oggi l'uomo malato; solo di tanto in tanto sono in causa gli animali infetti. Il contagio interumano, cioè tra una persona e l'altra, avviene soprattutto per via respiratoria tramite le goccioline di saliva infetta, dispersa nell'ambiente dal malato con gli starnuti o con i colpi di tosse. È importante precisare che il bacillo può essere inalato direttamente in quanto le goccioline di saliva del soggetto malato di tubercolosi, precipitate sui mobili o sul pavimento evaporano col tempo, ma il germe si mescola con la polvere e può così inquinare ancora l'ambiente.
La tubercolosi è una malattia infettiva, contagiosa per l'uomo e per vari animali, dovuta alla penetrazione nell'organismo del Mycobacterium tuberculosis, detto anche bacillo di Koch dal nome del suo scopritore, Robert Koch, che lo isolò e lo descrisse ufficialmente il 24 marzo del 1882.
Che caratteristiche ha il bacillo di Koch?
Il bacillo di Koch è stato classificato nel 1957 nella classe degli Schizomiceti e nell'ordine degli Attinomicetali; ha la forma di bastoncello ad estremità arrotondate, lungo da 1,5 a 4 micron e largo 0,3-0,5 micron. Il bacillo è avvolto da una membrana di sostanza cerea, che gli dà particolare resistenza agli agenti fisici e chimici. È aerobio obbligato (ha bisogno dell'ossigeno per vivere), con condizioni ottimali di sviluppo alla temperatura di 37-38 °C e a pH (ossia l'acidità del mezzo) di 6,8-7.
Quali sono le varietà del bacillo di Koch che possono interessare l'uomo?
Numerose sono le varietà esistenti del bacillo di Koch, ma quelle che possono interessare l'uomo sono la varietà umana, che oggi è responsabile della maggior parte delle forme tubercolari, e la varietà bovina che è attualmente solo eccezionalmente patogena per l'uomo.
Quali sono le possibilità di vita del bacillo della tubercolosi?
Il bacillo di Koch può sopravvivere al buio per mesi o anni; tuttavia esso è molto sensibile alla luce solare: infatti è possibile affermare che la luce solare diretta uccide il bacillo tubercolare in pochi minuti, ma che alla luce dei paesi del nord può sopravvivere per più di 5 ore. Nei paesi tropicali dove la malattia si diffonde probabilmente di notte o nelle case buie, l'uso diretto della luce solare e un metodo utile per uccidere i bacilli. Naturalmente il bacillo di Koch può essere ucciso rapidamente in 5 minuti alla temperatura di 70 °C.
Come si trasmette all'uomo l'infezione tubercolare?
La sorgente d'infezione più comune è oggi l'uomo malato; solo di tanto in tanto sono in causa gli animali infetti. Il contagio interumano, cioè tra una persona e l'altra, avviene soprattutto per via respiratoria tramite le goccioline di saliva infetta, dispersa nell'ambiente dal malato con gli starnuti o con i colpi di tosse. È importante precisare che il bacillo può essere inalato direttamente in quanto le goccioline di saliva del soggetto malato di tubercolosi, precipitate sui mobili o sul pavimento evaporano col tempo, ma il germe si mescola con la polvere e può così inquinare ancora l'ambiente.
Iscriviti a:
Post (Atom)