domenica 9 dicembre 2007

Tubercolosi

Tubercolosi: [da tubercolo, deriva dal latino luberculum, piccolo tumore, dim. di tuberi] Malattia infettiva dell'uomo e degli animali, provocata da uno schizomicete parassita (Mycobac-terium tuberculosis) noto col nome di bacillo di Koch, di cui si conoscono tre varietà (varietas hominis, varietas bovis e varietas avium). Si tratta di un'infezione nota fino dalla remota antichità e tuttora diffusa soprattutto tra i popoli più civili. Il bacillo penetra nell'organismo per contagio diretto da malato a sano, ma anche per via indiretta, date le sue grandi capacità di sopravvivenza nell'ambiente, aggredendo di preferenza i polmoni, i reni, la laringe, le linfoghiandole, la milza, gli organi genitali, le meningi.

Fattori predisponenti sono l'esposizione al contagio, la trascuratezza nell'igiene, l'alimentazione insufficiente, le attività professionali che si svolgono in ambiente chiuso o polveroso, e tutte le altre condizioni capaci di influire genericamente sulle resistenze dell'organismo. Infatti l'organismo umano non soggiace passivamente all'assalto del microbo, ma oppone una resistenza più o meno valida, che fa si che solo in un numero ristretto di casi, e in presenza di fattori predisponenti, si abbia il passaggio dallo stato di infezione « tubercolare » (che è diffusissima tra i popoli, giungendo a toccare il 99% della popolazione) allo stato, assai più raro, di malattia tubercolare vera e propria. Particolare importanza hanno le forme polmonari, quelle ossee, quelle intestinali, e le diffusioni generalizzate o miliari. Varie sono le forme cliniche, che possono colpire qualsiasi organo o apparato.

A seconda della via di penetrazione del germe, la prima infezione tubercolare si può localizzare sulla cute (complesso primario cutaneo), oppure nell'apparato gastroenterico (complesso primario intestinale), oppure, più frequentemente, nel polmone (complesso primario polmonare). Le lesioni del complesso primario rimangono spesso localizzate, il processo regredisce e la guarigione è completa, con cicatrizzazione e calcificazione; ovvero, il processo viene delimitato, ma conserva una latente possibilità di riaccendersi e diffondersi. In alcuni casi, per nuove infezioni esogene (o per reinfezione endogena), si instaura la tubercolosi post-primaria.

Le diverse forme cliniche dipendono dalle vie di infezione e diffusione: nel polmone si hanno forme essudative (infiltrati, lobiti, tubercolosi nodulari diffuse, broncopolmoniti), ovvero forme produttive [tubercolosi miliare; forme croniche stazionarie o evolute). Nella cute si hanno forme verrucose, il lupus volgare, la tubercolosi gommosa colliquativa, la tubercolosi ulcerosa, l'eritema indurato di Bazin, ecc.

Nelle ossa, frequente è la localizzazione delle vertebre, che perdono la loro resistenza e cedono al carico, deformandosi in modo caratteristico (morbo di Porr). La terapia generale prevede riposo, buona alimentazione, aria pura, collasso-terapia, e si basa sui farmaci tubercolo-statici (acido paramminosalicilico o PAS, isomia-zide, streptomicina, cicloserina); si ricorre talvolta ad interventi chirurgici (ad es., asportazione del rene o del polmone colpiti). In tutti i paesi civili sono state prese da lungo temno inroo-nenti misure cautelative contro il diffondersi della malattia (terapia dei malati, profilassi, diagnosi precoce, immunizzazione con il vaccino BCG di Calmette-Guérin.