venerdì 5 settembre 2008

Aritmie perdite del normale ritmo cardiaco

ARITMIE, perdite del normale ritmo cardiaco, intendendo per ritmo cardiaco la regolare successione delle battute (sistoli) a giusta cadenza o intervallo l'una dall'altra. Il ritmo cardiaco non va confuso con la frequenza, che indica il numero dei battiti cardiaci nell'unità di tempo.

L'aritmia può essere episodica, e cioè causata da una serie di extrasistoli (contrazioni cardiache che intervengono fuori della successione normale delle sistoli, cioè dei battiti, in risposta a un extrastimolo sul miocardio, cioè sul muscolo cardiaco). In questo caso si parla di aritmia extrasistolica. Quando però la perdita del ritmo tende a perpetuarsi, allora l'aritmia prende il nome di fibrillazione atriale, o delirio del cuore. In questa evenienza una serie anarchica, disordinata di impulsi contrattili nasce sull'atrio destro del cuore, e tende a propagarsi come un'onda o un movimento vermicolare irregolare a tutto il cuore. L'effetto contrattile però è nullo, e solo qualche contrazione atriale raggiunge i sottostanti ventricoli. Se questi entrano a loro volta in fibrillazione, la vita dell'organismo diventa impossibile in breve tempo (aritmia ventricolare).

Le cause che portano alla fibrillazione sono: tutte le malattie di cuore che tendono alla cronicizzazione e allo scompenso; i vizi di cuore valvolari, come la stenosi mitrale o l'insufficienza mitralica; l'ipertensione arteriosa grave, che sfianca il cuore sinistro e porta alla cardiopatia ipertensiva scompensata; l'arteriosclerosi globale del cuore, o miocardiosclerosi; le malattie del cuore che si accompagnano a disfunzioni delle ghiandole endocrine come la tiroide ( cardiotireosi ).

La diagnosi di fibrillazione può essere formulata clinicamente quando si avverta polso irregolare nella sequenza dei battiti, e un'anomalia della sequenza delle sistoli a diretto contatto col cuore mediante lo stetoscopio. Il numero dei battiti contati con lo stetoscopio al cuore non corrisponde per numero con quelli contati sul polso. Soggettivamente il malato fibrillante, quando la fibrillazione è severa, avverte una sensazione del tutto particolare e misteriosa, riferita come tuffo al cuore.

Per avere la conferma di una condizione fibrillante cardiaca, si deve praticare l'elettrocardiogramma al malato. In esso si registra una linea ondulata nel primo tratto del tracciato, che corrisponde alla fibrillazione degli atri o orecchiette. Quando un cuore è in fibrillazione, bisogna ricompensare la cardiopatia cronica che tende allo scompenso.