venerdì 1 agosto 2008

Annegamento - acqua nei polmoni

ANNEGAMENTO, è causa di asfissia perché l'acqua, penetrando nei polmoni, impedisce l'arrivo dell'ossigeno dell'aria. Occorre liberare le vie respiratorie e lo stomaco dall'acqua mettendo bocconi il soggetto, con la testa più bassa del tronco e la faccia girata da un lato, battendo fra le spalle, asportando eventuali corpi estranei dalla bocca; tirar fuori la lingua affinché non ostacoli la respirazione, provocare eventualmente il vomito solleticando il fondo della gola con due dita.

In caso di arresto del respiro ricorrere alla respirazione artificiale, che deve essere praticata immediatamente, appena la persona viene estratta dall'acqua, non deve esser sospesa per alcuna ragione, neppure durante un eventuale trasporto obbligato del paziente, e va eseguita con regolarità anche per qualche ora.

Nello stesso tempo, con l'aiuto di altri soccorritori, bisogna anche penAre a riscaldare il corpo del paziente con panni ed acqua calda, ed eseguire massaggi e frizioni delle estremità in direzione del cuore, per sollecitare i riflessi e riattivare la circolazione.
come si previene. Per evitare i malori improvvisi, causa di annegamento, uscire dall'acqua non appena si provi sensazione di freddo, intorpidimento delle membra, crampi, stanchezza, vertigini, ronzio alle orecchie.

Particolare prudenza abbiano i sofferenti di forme allergiche (asma, febbre del fieno, orticaria, eczemi), di disturbi circolatori, ecc. In qualsiasi caso evitare lunghe esposizioni al sole ed esercizi fisici intensi prima del bagno, il bagno durante la digestione, dopo un'intensa emozione, dopo un viaggio faticoso; non fare il bagno da soli; in linea generale l'immersione non dovrebbe superare i 15-20 minuti.