venerdì 1 agosto 2008

Anoressia Nervosa o anoressia mentale, condizione di denutrizione

ANORESSIA NERVOSA, o anoressia mentale, condizione di denutrizione, talora grave o gravissima, con decadimento delle funzioni fisiologiche e squilibrio endocrino, conseguente a un atteggiamento di rifiuto del cibo. Il processo morboso, nella maggior parte dei casi, riguarda giovani donne con sistema nervoso labile e sembra strettamente correlato a squilibri della sfera psico-affettiva o più genericamente psichica.

Le alterazioni del ciclo mestruale accompagnano sempre il progressivo deperimento e sono la conseguenza del deficit di produzione di ormoni gonadotropi ipofisari, la cui attività è quella di indurre nell'ovaio la formazione di ormoni estrogeni e luteinici; diversamente però da quanto si verifica nel morbo di Simmonds (insufficienza ipofisaria primitiva per distruzione dell'ipofisi), il deficit ipofisario è reversibile e in genere secondario alla denutrizione.

L'anoressia nervosa porta, attraverso un rifiuto progressivo del cibo, ad uno stato di magrezza che talvolta giunge alla cachessia: non sono rari i casi di soggetti normali il cui peso scende attorno ai 30 kg. Quando la denutrizione diventa rilevante si verifica un deficit di tutte le funzioni (fisiche e psichiche), compresa una torpidità endocrina globale, anche se prevalentemente ipofisaria e tiroidea. Tra i sintomi più comuni vi è un certo grado di anemia; bassa, ma non bassissima pressione arteriosa; atrofia muscolare; un certo grado di decalcificazione delle ossa; talvolta edemi, ovvero gonfiori localizzati, per deficit di albumina nel sangue; disturbi vari correlati ai deficit vitaminici che si realizzano.

La ripresa dell'individuo ammalato è possibile soltanto con la rialimentazione, la quale deve essere lenta e graduale e richiede talvolta infusione di liquidi o nutrimento (zuccheri, aminoacidi) per via endovenosa. In genere i soggetti non si riabilitano totalmente prima di mesi o anni, mantenendo un comportamento irregolare. In seguito realizzano frequentemente una polarizzazione (fissazione) verso certi cibi e tendono anche più volte a ricadute. In ogni caso è opportuno e spesso indispensabile un trattamento psicoterapico per rimuovere gli ostacoli che sono alla base della deviazione del comportamento. Riguardo al trattamento ormonico, è inutile e immotivato l'impiego di ormoni volti a stimolare nella donna gravemente deperita la ripresa dei cicli mestruali; utile sembra invece l'impiego di piccole dosi di cortisone per favorire l'appetito e il tono generale.

Come si previene. La prevenzione della anoressia mentale è possibile soltanto riguardo all'aggravamento del quadro morboso (in particolare ricorrendo a psicoterapia) e ad eventuali ricadute (cogliendo tempestivamente i primi sintomi).