venerdì 1 agosto 2008

Antrace o pustola maligna, o carbonchio, malattia infettiva acuta

Antrace, o pustola maligna, o carbonchio, malattia infettiva acuta che inizia con una lesione cutanea isolata (la pustola maligna); successivamente compare una adenite, e più avanti l'infezione generalizzata. La malattia è causata da un grosso microbo a forma di bastoncello, il bacillus anthracis, che giunge all'uomo attraverso i contatti con animali infetti, o per manipolazione di pelli di animali morti di pustola maligna. Ne deriva che gli individui più esposti sono i vaccari, i conciatori, i cernitori di lana e i macellai. L'infezione può essere contratta anche con l'uso di spazzole e striglie per cavalli. Una volta formatesi la pustola e l'adenite (cioè la ghiandola infiammata) quest'ultima va in suppurazione; da questo focolaio partono col sangue le infezioni successive, cioè altri ascessi; compare una febbre elevatissima, che conduce alla morte anche in poche settimane. Gli esami clinici sono necessari: accertamento del bacillo al microscopio e prova di inoculazione su cavia o topo. La cura deve essere pronta e adeguata: dosi di penicillina o altri antibiotici a largo spettro, rinforzati da sulfamidici.

Come si previene. La prevenzione è indispensabile nei soggetti esposti al rischio professionale: evitare il contatto con animali infetti o materiale da essi proveniente; istruire il personale esposto al contagio. La malattia deve essere denunciata per legge.