venerdì 1 agosto 2008

Intossicazione da antimonio

Intossicazione da antimonio, l'antimonio, con le sue leghe e composti ( alogenati, ossidi, solfuri, antimoniuri, idrogeno antimoniato) di largo uso industriale, può esser causa di malattia professionale per la sua azione tossica sulla pelle e mucosa, sull'apparato digerente e sul sistema nervoso. Possono essere interessati, oltre agli addetti alla preparazione di leghe e composti, i lavoratori che producono colori e vernici, nonché mastici e miscele per vetro, che fabbricano (ed usano) antiparassitari, che provvedono alla vulcanizzazione e alla colorazione della gomma, alla tintura e stampaggio dei tessuti, all'impiego di composti di antimonio nell'industria farmaceutica.

L'azione tossica si evidenzia, nelle forme acute da ingestione, con gravi disturbi intestinali ( vomito, diarrea); in quelle da inalazione, invece, predominano disturbi broncopolmonari ( tosse, dispnea); in ogni caso si hanno anche fenomeni nervosi ( crampi muscolari, convulsioni), ipotensione e collasso. Nelle intossicazioni croniche la sintomatologia è gastrointestinale, ma possono accompagnarsi anemia e un complesso di disturbi nervosi ( cefalea, insonnia, amnesia, irritabilità, astenía). La terapia suggerisce, a seconda dei casi, lavaggi gastrici (con soluzioni albuminose) e somministrazione di tannino, morfina e canfora.

Come si previene. La prevenzione richiede misure di igiene ambientale (aereazione e ventilazione, captazione delle polveri); è opportuno non mangiare e fumare nei locali di lavoro e curare l'igiene personale ( lavare le mani, fare il bagno a fine lavoro). La concentrazione nell'aria non dovrebbe superare 0,5 mg per metro cubo. È sconsigliabile adibire a lavorazioni con antimonio donne e giovanetti. La legge prevede, oltre la visita preventiva, anche quella periodica semestrale; sono consigliabili controlli periodici del sangue e delle urine.