sabato 23 aprile 2011

Anoressia e alcolismo: arriva dagli USA la drunkoressia

Digiuni forzati seguiti dall’assunzione di grandi quantità di alcol.
Si chiama “drunkoressia” l’ultima tendenza, in voga soprattutto fra le giovanissime dei college americani, giunta anche in Europa, che si basa sul mix di anoressia, bulimia e alcolismo.

Il “bilanciamento delle calorie” ovvero il digiuno prolungato che può andare dalle 24 alle 48 ore, prima dell’assunzione di dosi massicce di cocktails superalcolici, si sta manifestando come una mania che rischia di diventare una vera e propria patologia fra gli adolescenti.

A tal proposito l’Associazione dei Consumatori, Codici, sottolineando la pericolosità di tale fenomeno ne lancia l’allarme, anche a seguito dei dati divulgati dall’ISTAT che considera l’alcolismo, per le giovani generazioni, un problema in continuo aumento. Inoltre, almeno il 3% degli italiani e 200mila donne, soffrirebbero di disordini e malattie legate all’alimentazione.

Questo disturbo consiste nella riduzione delle calorie, attraverso l’astensione dai pasti oppure il vomito forzato (bulimia), a cui corrisponderebbe, la possibilità di equilibrare tali carenze caloriche con quelle contenute negli alcolici.

Anche se questo comportamento non è ancora stato riconosciuto dalla medicina ufficiale come patologia, la drunkoressia possiede tutti i tratti per diventare tale. Infatti, i rischi dell’anoressia e della bulimia si unirebbero ai danni del consumo eccessivo di alcol, sottoponendo soprattutto il fegato a una lenta e inesorabile distruzione, con forme di tumore, cirrosi, epatite alcolica e steatosi (fegato grasso).

Ma anche altri organi, come l’esofago, i denti, il sistema cardiovascolare, i reni, il cuore e il sistema nervoso, subirebbero gli effetti letali di tali comportamenti.

Queste manifestazioni, comuni soprattutto fra le giovani donne, andrebbero valutate opportunamente alla luce dei modelli che la società dell’immagine ci impone, considerando che il valore di ogni individuo non è dato dall’aspetto estetico ma da quello interiore che è l’unico che può migliorare col passare degli anni.