martedì 27 maggio 2008

Invidia vizi capitali

Nel nostro newsgroup info medicina si sviluppano spesso discussioni interessanti, oggi ne riportiamo una che ci ha molto interessati.

Cos'è l'invidia ??? chiede un utente ...

Risposta a cura di Onofrio

E' una bellissima domanda. Ho dato un'occhiata ai vizi capitali e ne ho parlato con alcune persone prima di provare a rispondere. La mia idea è che si invidiano le persone per qualità che non possediamo. Uno si può sforzare allo spasimo e diventare bravo in qualcosa o in tante cose, ma rimarranno sempre delle qualità che non arriveremo mai a possedere. Per chi, come me, è arrivato alla soglia del mezzo secolo, la giovinezza può essere fonte di invidia, e siamo già all'irraggiungibile, perché mi rendo conto che 'non sarò più giovane'. Così come non sarò mai bello quanto un uomo che, già dotato di per se, ha praticato sport. L'invidia nasce da una relazione distorta, però, e si sviluppa nelle pieghe dell'incomprensione. Perché noi ammiriamo la qualità. Ci piace una stanza che sia bella e funzionale e siamo pronti ad apprezzare l'artigiano che l'ha arredata, ma nel momento in cui l'artigiano si manifesta come persona con esigenze che sono uguali alle mie possiamo avvertire come fastidio le sue esigenze (umane) perché disturbano la perfezione del prodotto. Come nella Fenomenologia di Eco, Mike Bongiorno è pronto a riverire la sapienza del concorrente a patto che questa non intacchi la sua semplicità che tanto (s'immagina e a volte è così) che tanto piace al pubblico e a patto che il concorrente continui a rivestire la funzione del concorrente, subordinato dunque a chi l'ha chiamato a concorrere. Se il concorrente intacca 'il sistema' può scattare l'invidia che di solito si ritorce contro il concorrente perché questi finisce col concorrere col sistema. Il sistema s'immagina perfetto (Mike persona emula il sistema): se intacchi 'la perfezione' necessariamente devi subire conseguenze negative perché la perfezione è per sua natura 'non invidiosa' e ne consegue che non per 'colpa' sua subirai conseguenze negative, ma per demerito tuo. Credo l'invidia ci sia sempre stata: una volta era il possesso materiale di 'un privilegio' a scatenarla per il fatto che al privilegiato potevano non essere riconosciute le qualità necessarie, oggi temo che a scatenare l'invidia sia la qualità 'tout court'. 'Ha tutte le fortune' diranno in paese di una bella donna che si è laureata in medicina. Se questa non risponde alle provocazioni, aggiungeranno che 'ha pure la puzza al naso'. Il medico invidierà le qualità intellettuali superiori alle sue di un 'non medico' e si tutelerà inventandosi l'orrido ordine dei medici. Che è orrido per antonomasia perché il rispetto di chi esercita la sua professione viene dalla bravura (che non è esente da errore) e non deve venire da una posizione preconcetta di superiorità. Credo sia superabile, come fenomeno indubbiamente deleterio, in un contesto di equilibrio dinamico a fare il bene sapendo che è bene e facendolo apparire per tale. Sperando che il contesto non ci uccida prima… per invidia, naturalmente, che è purtroppo 'cosa nostra'. Per rispondere alla domanda penso sia più problema che malattia (mentale e sociale).