venerdì 28 novembre 2008

Cataplessia

Cataplessia, fenomeno psicopatologico che si realizza in certi malati mentali, soprattutto schizofrenici, per il quale, movendo passivamente il muscolo, il soggetto oppone una lievissima ma percettibile resistenza, come se il braccio o la mano fossero costituiti da tubi contenenti cera. Per questo motivo la cataplessia è più comunemente detta flexibilitas cerea (flessibilità di cera). I malati conservano per un tempo lunghissimo la posizione fatta assumere ai loro arti e non sentono la fatica. Un esempio vistoso del fenomeno è il guanciale psichico: il soggetto tiene sollevato il capo dal letto come se avesse un cuscino, senza dare segni di stanchezza, per un tempo indeterminato.

Negli schizofrenici l'atteggiamento cataplessico è una manifestazione della loro suggestibilità. Il fenomeno è, dunque, inquadrabile nei disturbi della volontà. Il termine cataplessia viene anche usato con un altro significato, per indicare un disturbo neurologico organico, costituito da un'improvvisa e breve perdita del tono muscolare, alla quale consegue una caduta e l'impossibilità a compiere qualsiasi movimento volontario, senza che la coscienza venga in alcun modo compromessa. Si tratta di un sintomo della narcolessia o di un'alterazione profonda del diencefalo (parte centrale del cervello che garantisce la vita vegetativa). Le crisi di cataplessia durano pochi secondi, raramente qualche minuto e sono accompagnate da un senso fastidioso di angoscia. Le cause sono (nella cataplessia da narcolessia) quasi sempre tumorali.