domenica 30 novembre 2008

CONTROTRANSFERT

CONTROTRANSFERT, termine psicanalitico che descrive la reazione del terapeuta verso il malato in rapporto all'influenza che quest'ultimo esercita su di lui. E' il termine coniato da Freud per indicare le risposte inconsce dell'analista all'inconscio del suo paziente. Si tratta di una interazione di disturbo nel rapporto terapeutico. L'analista non dovrebbe reagire difendendosi a livello inconscio, ma mantenendosi disponibile. Per questo è necessario che venga egli stesso analizzato, in modo che possa imparare a riconoscere le proprie reazioni profonde, eliminandole dal rapporto terapeutico. Freud suggeriva che il problema venisse risolto con l'autoanalisi sistematica del terapeuta.

Oggi si accetta il controtransfert come un fatto sostanzialmente positivo nella terapia, poiché costituisce un rapporto autentico e profondo tra analista e analizzato, capace di permettere una comunicazione tra i due non più solo verbale, ma anche affettiva (empatica). Se questa percezione empatica dei problemi dell'analizzato disturba (inconsciamente) l'analista, questi può non riuscire a cogliere i contenuti inconsci del malato, o, identificandosi con essi, rimuoverli egli stesso fuori dalla propria coscienza. Un aspetto importante e negativo del controtransfert è la possibilità che si instauri un vero e proprio rapporto affettivo tra analista e paziente o che il paziente rappresenti per l'analista una figura che richiama i genitori.