giovedì 27 novembre 2008

Sifilide - Malattia infettiva di natura venerea

Sifilide - Malattia infettiva di natura venerea, a decorso cronico, causata dal Treponema pallidum e caratterizzata da una serie di fenomeni morbosi, solitamente diversi in periodi di decorso. La malattia ha origini oscure; c'è chi pensa che sia stata portata in Europa dai marinai di Colombo, al ritorno dal primo viaggio in America. Ad ogni modo, si diffuse nel nostro continente verso la fine del XV secolo, assumendo i caratteri di vera e propria epidemia. Venne allora chiamata mal francese dagli Italiani, che ne attribuivano la responsabilità alle truppe di Carlo VIII, e mal napoletano dai Francesi che assediavano Napoli. Soltanto nel 1905 E. Hoffmann e F. Schaudinn isolarono il suo agente specifico.

Il contagio avviene per lo più in seguito a rapporti sessuali, attraverso lesioni anche minime delle mucose o della cute, e, dopo un periodo di incubazione, si distinguono un periodo primario, caratterizzato dalla comparsa del sifiloma iniziale in sede di contagio (ulcera dura o ulcera sifilitica), adeno-patia satellite, e negatività della sierodiagnosi; un periodo secondario, caratterizzato dalla diffusione della malattia a tutto l'organismo con manifestazioni generali piuttosto vaghe, e speciali manifestazioni cutanee (roseole, papule, condilomi, ecc.); ed un periodo terziario, caratterizzato da lesioni deostruenti (gomme) che possono interessare qualsiasi organo (epatite, aortite, coronarite, lesioni meningee, e del sistema nervoso). La malattia è considerata una piaga sociale, ed esistono severe pene contro i contagiatori. Una forma particolare di sifilide è quella congenita, che la madre ammalata trasmette al figlio attraverso la placenta. Le conseguenze sono: o la morte del feto, o la nascita di un bambino con segni caratteristici (ragadi, eruzioni bollose, pemfigo sifilitico, pseudoparalisi, ecc.), ovvero un'infezione latente del neonato, che si manifesterà dopo qualche mese di vita con caratteristiche alterazioni ossee, dentali, oculari, ecc. La terapia della sifilide è oggi ricca di farmaci particolarmente attiva nella cura di attacco della sifilide, la penicillina ha preso il posto degli arsenobenzoli, oggi pressoché abbandonati per la loro tossicità . La penicillina è stata riconosciuta come il più potente medicamento antiluetico. Essa permette di ottenere una risoluzione rapida (qualche giorno) delle manifestazioni sifilitiche primarie, secondarie e congenite.

I risultati sono scarsi nelle forme inveterate a causa della irreversibilità delle lesioni. Notevole importanza ha assunto la penicillina nella sifilide prenatale, perché, iniziata prima del quarto mese di gravidanza, permette di ottenere dei figli sani da gestanti luetiche. La cura dura da 10 a 15 giorni. La scelta del preparato e la condotta della cura va fatta dal medico. Non sono tramontati gli altri antiluetici che, come prima dell'era antibiotici, vanno somministrati dopo la penicillina, in cicli, durante almeno tre anni. La sifilide è anche detta lue.