venerdì 28 novembre 2008

Cannabinomania - uso marihuana

Cannabinomania, uso, a scopo voluttuario, della marihuana, droga derivata dalla canape (Cannabis sativa, Cannabis indica), che determina modificazioni somatiche, ma soprattutto psichiche nell'uomo. La canape e i suoi derivati sono denominati in modi diversi: hashish, bhang, ganja e marihuana. Il termine marihuana viene comunemente impiegato negli Stati Uniti d'America. La parola hashish deriva dal termine arabo hashishan e significa mangiatore d'erba. Le preparazioni di canape vengono fumate, deglutite, masticate e annusate.

Milioni di persone in tutte le parti del mondo ricorrono a questa droga per i suoi effetti psichici. Il fumo della marihuana determina effetti che si instaurano rapidamente ed altrettanto rapidamente scompaiono. A piccole dosi si ottengono fenomeni simili a quelli di una lieve intossicazione alcoolica, mentre a dosi elevate gli effetti sono assai simili a quelli di« altri allucinogeni o farmaci psicogenici o psicodislettici quali l'LSD ( derivato dell'acido lisergico), la psilocibina, la mescalina o peyote ( derivati feniletílaminici), ecc., che determinano modificazioni psichíche più durature. La marihuana è soggetta alle leggi sugli stupefacenti. Il controllo della coltivazione della canape è praticamente irrealizzabile, in quanto le piante crescono facilmente allo stato selvaggio in ogni clima. Chi è dedito alla cannabinomania fuma sigarette alla marihuana, che sono le principali ed illecite fonti della droga. Queste sigarette sono di varie dimensioni e forma. Già il fumo di una o due sigarette produce il caratteristico effetto psichico; chi è dedito alla cannabinomania consuma però abitualmente da sei a dieci sigarette al giorno. La cannabinomania è sicuramente molto popolare, specialmente tra i giovani, ma è difficile valutarne la reale diffusione.

Gli effetti della canape nell'uomo si esplicano quasi esclusivamente sul sistema nervoso centrale e sono caratterizzati da alterazione della coscienza, da ideazione incontrollabile e in sequenze sconnesse. Ora si verifica un certo eccitamento, ora prevale la depressione: i diversi stati variano a seconda della personalità del soggetto. Spesso affiorano alla memoria avvenimenti da tempo dimenticati. L'immaginazione è tumultuosa: i minuti sembrano ore e i secondi sembrano minuti. Sono frequenti le allucinazioni e le illusioni che suscitano la sensazione di possedere una doppia personalità.

La marihuana dà dilatazione delle pupille, tremori delle palpebre, delle labbra e della lingua e accentua la sensibilità tattile e agli stimoli dolorosi. Raramente si ha un comportamento violento o aggressivo e le evocazioni erotiche non trovano per lo più espressione attiva. I superdosaggi inducono confusione mentale, disorientamento, eccitazione, ansietà, depressione e talora coma, pur risultando raramente causa di morte.

Tali effetti sono in ogni caso di breve durata e non risentono di alcun trattamento. Lo studio dell'influenza della marihuana sulla intelligenza e sulla memoria dei fumatori abituali della droga avrebbero dimostrato un transitorio effetto negativo. Quasi unanimemente si ammette che la marihuana sia fondamentalmente nociva, benché non esista un univoco accordo tra gli studiosi americani in ordine alle conclusioni del Centrai Narcotic Intelligente Bureau del Governo Egiziano secondo cui « ...il prodotto preparato a partire dalla pianta Cannabis sativa, mentre trova limitato impiego medico, è capace di danneggiare gravemente le cellule cerebrali e di indurre atti di violenza, tra cui l'assassinio; si tratta, in effetti, di cosa completamente viziosa, pericolosa, di nessun valore per l'umanità e che nulla merita se non l'avversione e il disprezzo delle persone civilizzate ».

La cannabinomania, data dall'impiego continuo della marihuana, ha una limitata tolleranza che scompare con la sospensione della droga. In altri termini, ammesso che si verifichi una debole abitudine, non si verifica certo una dipendenza psichica come nel caso della morfina, dell'alcool e sotto certi aspetti anche del tabacco. Nel concetto di tossicomania è implicito il bisogno impellente da parte di chi è condizionato da una droga a ricorrervi ripetutamente per superare i fenomeni talora gravi dipendenti dall'astinenza.

Per la marihuana taluni mettono in dubbio che essa induca disturbi dovuti alla privazione. Tuttavia in genere i fumatori vi si abituano poiché questa droga finisce col divenire una piacevole fonte di emozione. Certamente l'uso inveterato della marihuana può essere responsabile di disorientamento, di allucinazioni, di graduale e progressiva alterazione della coscienza e, secondo alcuni, di forme di paranoia.