venerdì 28 novembre 2008

Cardiopatie Congenite anomalie anatomiche

Cardiopatie Congenite, anomalie anatomiche contratte alla nascita. Nella vita endouterina il feto può essere danneggiato attraverso il sangue della madre, che lo raggiunge tramite la placenta (embriopatia letale) oppure il suo sviluppo evolutivo può essere irregolare a causa di molteplici fattori che rendono anomala la gestazione. Un esempio del primo caso è dato dalla cosiddetta embriopatia rubeolica: la madre, nei primi tre mesi di gravidanza, contrae una malattia infettiva dovuta ad un virus, il virus della rosolia. Detto virus danneggia il feto in fase di sviluppo e l'apparato cardiocircolatorio subisce alterazioni anatomiche.

Oppure, indipendentemente dalla malattia della madre, l'embrione si sviluppa malamente nelle varie componenti anatomiche che, nel loro complesso, formano il cuore. Così si hanno cardiopatie congenite di vario tipo, come le stenosi valvolari congenite, le insufficienze valvolari congenite, la persistenza di sepimenti o condotti anatomici che, quando il feto è a termine, a nove mesi, dovrebbero atrofizzarsi.

Molto frequenti sono le persistenze del cosiddetto dotto di Botallo; le pervietà patologiche dei sepimenti che dividono l'atrio destro dall'atrio destro da quello sinistro (comunicazioni interatriali e comunicazioni interventricolari). A volte esistono anomalie anatomiche molteplici congenite, come accade ad esempio nella cosiddetta trilogia di Fallot e nella tetralogia di Fallot. Alla nascita a volte il cuore può essere diretto con la punta verso destra anziché verso sinistra e si parla allora di destrocardia. La frequenza delle cardiopatie congenite è all'incirca di due neonati su mille.

In genere la diagnosi di cardiopatia congenita viene formulata dal pediatra, perché il bambino risulta cianotico per scarsa ossigenazione del sangue, inoltre si sviluppa male, rimane mingherlino perché non è bene ossigenato nelle parti periferiche del corpo. Ma non sempre il pediatra si accorge della cardiopatia congenita, e questa si manifesta successivamente negli anni. Se ne avvede in genere la madre, perché il bambino o il ragazzo, al primo tentativo di fare degli sforzi fisici, delle attività sportive, della ginnastica, non tiene il passo degli altri.