venerdì 11 aprile 2008

Epatiti acute complicate terapie

Nelle epatiti acute complicate quali provvedimenti terapeutici si devono attuare?
In pazienti con quadro clinico di epatite severa viene talora applicata la terapia cortisonica, sebbene la reale efficacia del cortisone in queste forme non sia del tutto accertata. Nei pazienti con epatite fulminante, con necrosi massiva del fegato, deve essere applicata una terapia di supporto: si deve mantenere l'equilibrio idroelettrolitico, controllare l'eventuale sanguinamelo, sostenere il circolo, correggere gli squilibri dello zucchero e altre complicazioni nella speranza che, dopo alcuni giorni, il fegato possa rigenerare, cioè possano le cellule epatiche residue moltiplicarsi, sostituendosi al fegato ormai distrutto. Nel caso di epatite acuta fulminante non si devono somministrare al paziente proteine; si deve invece dare un disinfettante intestinale (per esempio: neomicina) per evitare la produzione di fattori tossici da parte delia normale flora batterica, cioè dei normali germi presenti nell'intestino. Esistono, nel caso dell'epatite fulminante, altre possibilità terapeutiche, non ancora però molto diffuse nella pratica clinica. Una possibilità è quella di mettere in contatto il paziente affetto da epatite fulminante, quindi già in coma, con un fegato di maiale funzionante, che possa sostituire, con la propria attività, quella del fegato malato fino a che il fegato del paziente, per mezzo della rigenerazione delle sue cellule, non sia di nuovo in grado di svolgere le sue normali funzioni. Un'altra possibilità è la plasmaferesi, cioè la depurazione, per mezzo di membrane, del sangue dai fattori tossici che si accumulano in corso di epatite acuta fulminante.